Il 26 giugno si celebra la Giornata internazionale per le vittime di tortura. Sono molti i migranti forzati assistiti dal Centro Sa.Mi.Fo., Struttura Sanitaria a valenza Regionale nata dalla collaborazione tra il Centro Astalli e la ASL di Roma1, che sono state vittime di gravi violenze nei centri di detenzione libici. Le persone riferiscono di essere state torturate con bastoni, sigarette o scosse elettriche mentre erano al telefono con i familiari, a scopo di estorcere loro denaro, ma anche di percosse indiscriminate a scopo punitivo o intimidatorio, per esempio per prevenire proteste per le condizioni di prigionia e per i lavori forzati.
Accompagnare i migranti forzati in condizione di vulnerabilità significa assistere uomini e donne che presentano traumi psicologici, psichiatrici, sanitari, subiti nei Paesi di origine, durante il viaggio o nei Paesi di transito.
Il manuale tematico “Clinica del trauma nei rifugiati“, presentato presso la sede della ASL Roma 1, in occasione della giornata contro la tortura, è centrato sulle difficoltà teoriche e soprattutto pratiche che emergono nell’incontro con persone che per la loro patologia e cultura possono apparire distanti.
P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, intervenuto alla presentazione, ha sottolineato che “La detenzione presso Paesi Terzi, i respingimenti in Libia, il ritardato salvataggio in mare, sono ulteriori traumi, di cui noi siamo responsabili, che vanno ad aggiungersi a quanto già affrontato e subito dai migranti e dai rifugiati in fuga da guerre, violenza generalizzata, violazioni dei diritti, torture”.