Il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati (JRS) della regione Medio Oriente e Nordafrica (MENA) denuncia l’escalation di violenza di questi ultimi giorni: attacchi massicci causati da granate ad Aleppo e nei dintorni. Si registrano diversi feriti gravi tra i civili.
Oggi, 3 maggio 2016, i nostri colleghi che operano ad Aleppo raccontano: “Il figlio di un operatore del JRS è rimasto ferito al rene; le sue condizioni sono al momento stabili. Bombe da mortaio sono cadute proprio accanto al centro di distribuzione e vicino all’ambulatorio gestiti dal JRS.
Inoltre, fin dalle prime ore del mattino, diverse bombe da mortaio sono cadute sulla moschea Al-Rahman Mosque accanto alla mensa del JRS.
Zone in cui abbiamo centri di distribuzione e dove effettuiamo visite a domicilio alle famiglie più vulnerabili sono soggette a pesanti e continui bombardamenti.”
A causa di questa eccezionale ondata di violenza, come misura precauzionale da oggi, 3 maggio, il JRS in Siria ha sospeso, con grandissimo rammarico, con effetto immediato tutte le attività (centri di distribuzione aiuti, ambulatorio, mensa) ad Aleppo fino a nuovo ordine. Tuttavia le condizioni di sicurezza verranno nuovamente valutate il 4 maggio 2016.
Il Centro Astalli (sede del JRS in Italia) si unisce all’appello dei colleghi in Siria: “Nell’interesse e per l’incolumità della popolazione civile di Aleppo chiediamo a tutte le fazioni belligeranti di sospendere immediatamente ogni ostilità. Vogliamo esprimere la nostra solidarietà con tutte le vittime e preghiamo che la pace ritorni ad Aleppo e in tutta la Siria al più presto”.
P, Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli aggiunge: “oggi è un giorno molto difficile per tutto il JRS. Ci appelliamo alle istituzioni nazionali e sovranazionali, alle organizzazioni internazionali, alle diplomazie attive nell’area perché sia fatto quanto necessario per stabilire una tregua ad Aleppo e in tutta la Siria. La popolazione civile è allo stremo. Bisogna immediatamente aprire una via di pace.
Chiediamo inoltre che l’Europa apra immediatamente canali umanitari per far giungere la popolazione siriana a chiedere asilo in sicurezza. Servono visti temporanei e misure di accoglienza e protezione per uomini e donne vittime incolpevoli di un conflitto che deve cessare immediatamente”.