Ancora vittime nei viaggi verso l’Europa: 24 morti negli ultimi due naufragi nell’Egeo, tra loro dieci bambini.
In Svezia previsti rimpatri per 80.000 richiedenti asilo. Il Regno Unito non farà entrare i minori non accompagnati se sono transitati per un altro Paese europeo. L’Olanda annuncia treni per rimandare in Turchia i rifugiati in eccesso. La Danimarca ieri ha approvato il sequestro dei beni per i richiedenti asilo. La Svizzera decide di tassare gli stipendi dei rifugiati del 10% per 10 anni. Sei paesi Ue sospendono Schengen e ripristinano controlli alle frontiere interne, oltre a Danimarca e Svezia anche Norvegia, Austria, Germania e Francia rinnegano così l’idea su cui si fonda l’Unione Europea
Il Centro Astalli, esprime seria preoccupazione per la reazione scomposta e securitaria che molti Paesi europei stanno adottando per far fronte in modo arbitrario e deleterio al flusso migratorio di queste settimane.
Respingimenti, chiusura delle frontiere, traffico di essere umani rappresentano violazioni gravissime di trattati e di convenzioni in vigore nell’UE e nei singoli Stati.
“Non c’è più alcuna forma di governo del fenomeno a livello europeo. Oggi constatiamo che l’Unione europea, non è in grado di imporre nulla agli Stati e allora perché continuare a tenere in vita convenzioni come quella di Dublino?” commenta così p. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli che continua: “Si stanno adottando misure gravemente irrazionali che non freneranno i flussi migratori e i cui costi economici verosimilmente saranno maggiori di qualunque ipotetico vantaggio.
Tali reazioni muscolari sono il frutto dell’incapacità di gestire un fenomeno prevedibile da tempo. Non trovano fondamento in null’altro che non sia l’incapacità di far fronte comune su una situazione che, dati i numeri, sarebbe governabile. Si continua a usare la forza con i più deboli ma su questioni serie si rimane fermi e incapaci di reagire. Non si può affrontare il fenomeno delle migrazioni con provvedimenti e leggi estemporanee che si basano sul mito del consenso popolare”.
Il Centro Astalli torna a ribadire che è urgente un approccio organico e strutturale basato su trattati e convenzioni esistenti ma che deliberatamente non trovano applicazione, come la direttiva 55/2011 sulla protezione temporanea e gli strumenti che questa prevede . Si eviterebbero così migliaia di vittime dei viaggi e un allarmante aumento di razzismo e xenofobia da parte della società civile.
Conclude Ripamonti: “La Convenzione di Ginevra per i rifugiati è nata dalle macerie della seconda guerra mondiale, dall’abominio dei campi di sterminio, dall’idea che l’umanità non avrebbe mai rivissuto l’orrore. Stiamo commettendo gli stessi errori”.