Elezioni politiche: le richieste del Tavolo Asilo e Immigrazione ai partiti

Il Tavolo Asilo e Immigrazione, di cui il Centro Astalli fa parte, in una nota presenta ai partiti impegnati nella campagna elettorale sette proposte relative a politiche sull’immigrazione e il diritto d’asilo. Si tratta di misure urgenti e necessarie da attuare nella prossima legislatura. Si legge nella nota:

“Le politiche sull’immigrazione e il diritto d’asilo sono state, almeno negli ultimi venti anni, frutto di numerosi interventi, volti quasi tutti a ridurre lo spazio dei diritti delle persone di origine straniera.
Questa tendenza, con poche eccezioni, ha accentuato la condizione di precarietà degli stranieri e la
loro ricattabilità, fino a determinare pesanti forme di discriminazione.
Dal 2011 ad oggi il discorso pubblico sull’immigrazione si è sempre più polarizzato, sviluppandosi principalmente intorno al binomio “migrazione-sicurezza” e adottando un approccio emergenziale anziché strutturale. progressivamente concentrato sull’accesso al diritto d’asilo e sull’accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati.
Inoltre, nonostante i numeri testimonino la netta prevalenza, nel nostro paese, di migranti con permesso di soggiorno per motivi di lavoro o familiari (quest’ultimo titolo di soggiorno legato in prevalenza ad un familiare in possesso dei requisiti per soggiornare regolarmente) o nati in Italia, il dibattito politico e culturale si è concentrato in questi ultimi anni quasi esclusivamente sulla gestione delle frontiere e sull’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati, con toni spesso allarmistici quando non del tutto fuorvianti.
Ciò ha amplificato nell’opinione pubblica l’idea che l’Italia sia un paese in prima linea nella gestione dei flussi migratori in Europa, anche a causa del continuo ricorso, da parte di media e rappresentanti politici, a semplificazioni, luoghi comuni o palesi strumentalizzazioni.
In realtà, oltre al dato che vede i richiedenti asilo e rifugiati come una piccola minoranza (circa il 10%) dei migranti presenti in Italia, va tenuto presente che, a livello globale, l’Europa è una delle aree meno investite dai flussi di immigrazione forzata, e all’interno dell’UE il nostro Paese è ben al di sotto della media per domande d’asilo e rifugiati.
Questa rappresentazione distorta del mondo dell’immigrazione impedisce ancora oggi di affrontare le questioni che riguardano l’ingresso e il soggiorno delle persone di origine straniera con misure efficaci e realmente rispettose della loro dignità.
Il Tavolo Asilo e Immigrazione, che rappresenta la principale coalizione nazionale di associazioni del Terzo Settore impegnate in questo ambito, intende proporre ai partiti e ai loro candidati per le elezioni del 25 settembre 2022 una serie di misure urgenti e necessarie, da attuare nella prossima legislatura.


1. Rapporto tra persone straniere e Pubblica Amministrazione

Il rapporto tra stranieri e Pubblica Amministrazione risente del ruolo sproporzionato attribuito al Ministero dell’Interno, e in particolare alle sue articolazioni territoriali come Prefetture e Questure, cui è necessario rivolgersi per ogni esigenza legata a rilasci e rinnovi dei titoli di soggiorno anche dopo anni di regolare presenza sul territorio. Ferma restando la necessità per il Viminale di effettuare i controlli in materia di sicurezza, proponiamo che in materia di rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno si trasferiscano le competenze, e le relative risorse, dalle questure agli enti locali, consentendo una relazione di prossimità con la pubblica amministrazione e alleggerendo in questo modo il carico del personale prefettizio e di polizia.

2. Canali di ingresso legali e presenza regolare sul territorio

L’accesso in Italia per motivi di lavoro è di fatto impedito dall’attuale legislazione, che prevede meccanismi irrealizzabili di incontro tra domanda e offerta di manodopera, in cui il lavoratore dovrebbe essere assunto all’estero, senza aver mai incontrato di persona il potenziale datore di lavoro. L’esperienza di questi anni ci insegna che i decreti flusso sono stati utilizzati, fatte salve alcune piccole quote, come vere e proprie sanatorie, regolarizzando la posizione di persone in realtà già presenti in Italia, prive di titolo di soggiorno e impiegati “al nero” nei settori più disparati.
Proponiamo di modificare la norma che regola l’ingresso in Italia di persone straniere, secondo quanto previsto dalla proposta di legge di iniziativa popolare Ero Straniero, prevedendo quindi un nuovo meccanismo di incontro tra domanda e offerta di lavoro, la reintroduzione della figura dello sponsor, e un meccanismo di regolarizzazione permanente su base individuale nei casi in cui le persone siano presenti sul territorio nazionale a qualsiasi titolo e possano dimostrare di aver ricevuto una proposta di lavoro regolare o il buon esito del percorso di integrazione.
Anche in ragione dell’insoddisfazione dei datori di lavoro che necessitano di manodopera, riteniamo comunque urgente introdurre una quota consistente di visti per ricerca di lavoro già a partire dal prossimo Decreto Flussi, anche attraverso il ricorso al meccanismo della sponsorship.

3. Cittadinanza e diritto di voto

I tentativi di riforma della legge sulla cittadinanza si sono finora tutti arenati. Il loro fallimento è anche dovuto ad una errata convinzione sulla impopolarità dell’argomento presso l’opinione pubblica italiana. Le associazioni del TAI ritengono improrogabile una riforma della legge n.91 del 1992 che consenta un accesso più semplice alla cittadinanza italiana sia per gli adulti che per i minorenni, cancellando ogni discrezionalità da parte della pubblica amministrazione.
Chiediamo inoltre che sia possibile per gli stranieri regolarmente presenti da almeno 5 anni la partecipazione al voto amministrativo, attraverso la ratifica del capitolo C della Convenzione di Strasburgo sulla partecipazione degli stranieri alla vita pubblica.

4. Accesso alla procedura di protezione internazionale e gestione delle frontiere esterne e interne all’Unione Europea.

Il diritto d’asilo è diventato, per volontà dei governi e non delle persone migranti, ormai l’unica via d’accesso agli Stati Membri della UE. È necessario rendere pienamente effettivo questo diritto, impedendo ogni tentativo sia di delegare ai paesi terzi l’esame delle richieste di protezione e l’accoglienza dei richiedenti, sia di rendere l’accesso alla procedura di protezione nel nostro paese sempre più difficile, sommario e privo di garanzie fondamentali, anche tramite l’identificazione di cosiddetti “paesi sicuri”, nozione che riteniamo del tutto illegittima.
Riteniamo profondamente errate e pericolose le politiche di esternalizzazione delle frontiere. Chiediamo che venga abolito il Memorandum Italia-Libia, il finanziamento alla c.d. Guardia Costiera libica e ogni altro sostegno a governi e milizie che, nel più totale disprezzo dei diritti umani e della normativa internazionale, svolgono azioni di contenimento e repressione dei flussi, anche attraverso la detenzione arbitraria e trattamenti inumani e degradanti, con risorse italiane ed europee.
In seno all’Unione Europea, il Governo italiano deve farsi promotore di una riforma del Regolamento Dublino, riprendendo il percorso effettuato nella scorsa legislatura dall’Europarlamento, e opporsi attivamente alle proposte di riforma del sistema europeo di asilo contenute nell’EU Migration and Asylum Pact e nella proposta di revisione del codice Schengen attualmente in discussione, che non solo sono basati su inaccettabili compressioni dei diritti delle
persone in fuga, ma rischiano anche di avere un pesante impatto sugli stati di primo arrivo come il nostro.

5. Riforma del sistema di accoglienza

Chiediamo la riforma del sistema d’accoglienza per richiedenti asilo e titolari di protezione che vada nella direzione del documento presentato dal TAI nel giugno del 2022 (vedi allegato). I due elementi principali sono la necessità di andare speditamente verso un sistema unitario basato sul SAI, superando la frammentazione e la differenza di servizi erogati, e superare la precarietà del modello “a progetto”, inserendo l’accoglienza nella rete dei servizi stabilmente erogati dal sistema di welfare locale.

6. Detenzione amministrativa ed espulsione

A più di 20 anni dalla legge che l’ha introdotta riteniamo evidente l’inefficacia, oltre che la palese illegittimità, della cosiddetta detenzione amministrativa per l’espulsione degli stranieri irregolari.
Riteniamo dunque che sia necessario chiudere i CPR, anche in considerazione della grave violazione del principio di uguaglianza introdotto con questa misura, che lede il principio dell’habeas corpus, e implementare misure alternative alla detenzione. Inoltre è necessario rivedere profondamente la normativa sulle espulsioni, limitando il ricorso a tale provvedimento e garantendo che siano sempre sottoposti al Parlamento gli accordi di riammissione con i paesi terzi.

7. Ufficio Nazionale Anti Discriminazioni Razziali

È necessario procedere a una riforma dell’UNAR, introducendo finalmente il principio di autonomia previsto dalla Direttiva Europea come per tutti gli altri uffici di garanzia previsti dalla legge”.


Per il Tavolo Asilo e Immigrazione
A Buon Diritto, ACAT Italia, ACLI, ActionAid, ARCI, ASGI, Centro Astalli, CIES, CGIL, CNCA, Comunità Papa Giovanni XXIII, CoNNGI, Emergency, Europasilo, Focus Casa dei Diritti Sociali, Medici del Mondo Italia, Movimento Italiani Senza Cittadinanza, Medici Senza Frontiere, Oxfam Italia, Refugees Welcome Italia, Senzaconfine, SIMM, UIL, Unire.

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