Ecatombe nel Mediterraneo. “Anche un solo morto dovrebbe farci cambiare politiche sbagliate”

117 migranti morti ieri a largo della Libia: è il tragico bilancio riferito  dai tre superstiti, che si trovano ora a Lampedusa per ricevere assistenza . Hanno riferito di essere partiti in 120 stipati su un gommone che si è sgonfiato dopo circa undici ore di navigazione, e le persone sono cadute e la maggiorparte annegate. Tra loro dieci donne, una delle quali incinta, e due bimbi, uno di appena due mesi. Provenivano soprattutto da Nigeria, Camerun, Gambia, Costa d’Avorio e Sudan.

P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, sottolinea che: “Ogni morte, anche se fosse una, ci dovrebbe interrogare, ci dovrebbe fare chiedere come una persona sia potuta morire affogata nel Mediterraneo, per quale motivo, e se le politiche messe in atto non siano tra le cause di tali tragedie. Invece sembra che tutto possa essere discusso tranne che le politiche dei singoli stati e dell’Unione Europea.

Questa tragedia ci conferma che dobbiamo cambiare direzione; non serve bloccare i flussi migratori, non serve chiudere i porti, quello che è veramente urgente é soccorrere e garantire un’accoglienza dignitosa”.

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