In Niger la giunta militare, dopo aver effettuato lo scorso 26 luglio un golpe che ha portato alla destituzione del presidente democraticamente eletto Mohamed Bozoum, ha nominato come nuovo premier l’ex ministro Mahamane Lamine Zeine.
Vani si sono rivelati i tentativi diplomatici da parte dell’Unione Africana e delle Nazioni Unite di risolvere la crisi scongiurando un intervento militare minacciato dall’ECOWAS, la comunità economica dell’Africa occidentale, che nella giornata di oggi si riunirà nella città di Abuja, in Nigeria, per un summit straordinario.
Tra le decisioni al vaglio, vi è la possibilità di introdurre, in accordo con i paesi dell’Unione Europea, delle sanzioni economiche con l’intento di far fare un passo indietro alla giunta militare golpista.
L’agenzia di stampa Reuters riporta alcune fonti europee secondo le quali l’UE avrebbe avviato una discussione circa i criteri che porterebbero all’adozione di misure restrittive. Per imporre le sanzioni è necessario l’accordo di tutti i 27 Stati membri dell’UE.
Intanto nella capitale nigerina si è formato un nuovo gruppo di opposizione chiamato “Conseil de la Resistance pour la République” (CRR) con l’intento di riportare in carica l’ex presidente Bazoum.
Un eventuale intervento militare da parte dell’Ecowas per liberare il presidente Bazoum, sarebbe considerata una mossa gravissima da parte dei vicini Mali e Burkina Faso. I due paesi, entrambi governati da giunte militari golpiste, hanno dichiarato, con un comunicato congiunto, che un attacco diretto al Niger avrà come conseguenza una loro risposta militare immediata, alimentando così la minaccia di una reale escalation che porterebbe ad esacerbare ancora di più le continue tensioni nel Sahel.