Trovare un accordo con la Libia per bloccare i flussi e chiudere le frontiere: questa sembra essere l’unica proposta politica, ma anche culturale e civile che l’Europa oggi è in grado di esprimere nei confronti dei migranti.
Come se la soluzione alle decine di migliaia di morti in mare possa essere chiudere le frontiere. Pur di non salvare vite umane, pur di non attivare canali umanitari per chi fugge da guerra e persecuzioni, pur di non investire in politiche di accoglienza e integrazione si fanno accordi scandalosi con governi non democratici, si stringono alleanze che non tengono minimamente conto del rispetto dei diritti umani.
“Secondo l’UE per salvare i migranti è meglio non farli partire, come se non si stesse gestendo la migrazione di persone costrette alla fuga, anche da situazioni di grave ingiustizia sociale di cui certo l’Europa non può dirsi estranea.” afferma P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli che sottolinea che “xenofobia e chiusura delle frontiere non sono le soluzioni che la società civile chiede ai propri rappresentanti. I popoli europei hanno bisogno di ritrovare umanità e solidarietà nei confronti degli oppressi. L’inadeguatezza della politica a gestire fenomeni complessi non si può mascherare a lungo con fallimentari misure securitarie”.
Il Centro Astalli chiede a istituzioni nazionali e sovranazionali di interrompere i vergognosi accordi con i paesi di transito dei migranti come Turchia e Libia e di inserire nell’Agenda sulle migrazioni:
– l’attivazione di quote di resettlement significative
– canali umanitari per i rifugiati in fuga da guerre e persecuzioni
– politiche che facilitino il ricongiungimento familiare
– una seria politica di cooperazione allo sviluppo che non sia alibi per attivare politiche di chiusura ma che abbia come obiettivo la costruzione di una pace duratura e di uno sviluppo sostenibile nei paesi d’origine.