Presentato oggi a Roma, presso la Pontificia Università Gregoriana, il XXXI Rapporto Immigrazione 2022 di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, dedicato quest’anno al tema della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2022. Indagini statistiche, qualitative e pastorali prendono in esame il contesto internazionale ed italiano, dando risalto alle storie delle persone impegnate a “Costruire il futuro con i migranti”.
Ciò che emerge è la fotografia di un’accoglienza “a doppio standard”, solidale con gli ucraini, ma respingente e discriminante nei confronti degli altri richiedenti asilo. È la grande contraddizione di Italia ed Europa che hanno viaggiato su due binari in termini di accoglienza. “A essere a rischio è lo stesso diritto d’asilo e persino lo stato di salute delle nostre democrazie”, scrivono le curatrici Mariacristina Molfetta e Chiara Marchetti.
Il numero di migranti internazionali è stimato in 281 milioni nel 2021 (3,6% della popolazione mondiale), a fronte dei 272 milioni del 2019. Di questi, quasi due terzi sono migranti per lavoro. La principale causa dell’aumento del numero complessivo di persone che si trovano a vivere in un Paese diverso dal proprio sta nell’acuirsi e nel protrarsi del numero di contesti di crisi registrati a livello mondiale. Il rapporto ricostruisce infatti il quadro delle guerre e delle altre crisi che portano il numero delle persone in fuga nel mondo al più elevato livello di sempre: 103 milioni di persone, più del doppio di 10 anni fa. Significativa anche l’esistenza di circa 345 milioni di persone a grave rischio alimentare, quasi 200 milioni in più rispetto a prima della pandemia.
In Italia, fra i segnali incoraggianti troviamo, ad esempio, la ripresa della crescita della popolazione straniera residente: i dati al 1° gennaio 2022 parlano di 5.193.669 cittadini stranieri regolarmente residenti. Sono aumentati anche i cittadini stranieri titolari di permesso di soggiorno (al 1° gennaio 2022 sono 3.921.125, mentre nel 2021 erano attestati sui 3,3 milioni), così come i nuovi permessi di soggiorno rilasciati nell’anno: nel corso del 2021 sono stati 275 mila, +159% rispetto al 2020 (105.700); in particolare si è registrata un’impennata dei motivi di lavoro, certamente come esito della procedura di sanatoria varata dal governo nel 2020. Anche i provvedimenti di cittadinanza hanno segnato una certa crescita: sono stati 118 mila nel 2020, ovvero un +4% dall’anno precedente.
Si è assistito nell’ultimo anno anche al preoccupante aumento del numero dei minori stranieri non accompagnati, 14.025 ad aprile 2022, anche per effetto della guerra in Ucraina, da cui proviene il 28% circa del totale. Il 46,4% dei giovani stranieri si dichiara molto o abbastanza preoccupato per il futuro.
Una novità dell’anno scolastico 2020/2021 è stata la diminuzione del numero degli alunni con cittadinanza non italiana: 865.388 in totale, con un calo di oltre 11 mila unità rispetto all’anno precedente (-1,3%).
A giugno vivevano in Italia poco meno di 296 mila persone con protezione internazionale (profughi ucraini inclusi), circa cinque rifugiati ogni mille abitanti. Ben lontano dalle cifre dell’accoglienza di Francia (613 mila) e Germania (2.235.000).
“L’Europa ha saputo accogliere milioni di profughi senza perdere un decimale in benessere e sicurezza”. L’Ue ha infatti registrato oltre 4.400.000 ucraini per la protezione temporanea fino all’inizio di ottobre (171 mila in Italia, dove ci ha salvati la generosa “auto-accoglienza” della comunità ucraina in collaborazione di tanti cittadini italiani). Quanto alle altre domande di asilo, il primo semestre ’22 vede già 365 mila richiedenti, contro i 201 mila dello stesso periodo del ’21. Solo il 38% delle domande processate per la prima volta nel 2021 (202.200 su 523.200) e solo il 33% dei ricorsi presentati hanno avuto esito positivo. In Italia sono state vagliate nel 2021 51.931 domande d’asilo e di queste il 58% ha avuto esito negativo.
Verso la fine di ottobre 2022 la stima (minima) dei rifugiati e migranti morti e dispersi nel mar Mediterraneo è poco inferiore alle 1.800 unità. Ancora una volta a pagare il tributo più pesante sono coloro che tentano la traversata del Mediterraneo centrale, sulla rotta che porta verso l’Italia e Malta, dove si sono contati 1.295 morti e dispersi.
Gli ultimi anni hanno visto in netta crescita anche gli attraversamenti “irregolari” delle frontiere esterne dell’Ue dai Balcani occidentali: dai 5.900 del 2018 ai 106.400 dei primi nove mesi di questo 2022.