Fondamentale sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo sul diritto d’asilo. Trentacinque richiedenti asilo afghani, sudanesi ed eritrei hanno vinto il ricorso presentato dai loro avvocati alla Corte Europea dei Dirtti dell’Uomo nel 2009 contro Italia e Grecia, i cui governi sono stati accusati di aver messo in atto espulsioni sommarie dai porti delle città dell’Adriatico, Venezia, Ancona, Bari e Brindisi, verso la Grecia e in particolare verso la città di Patrasso e di aver violato i diritti fondamentali dei ricorrenti.
Secondo la sentenza, Italia e Grecia hanno violato la Convenzione Europea a salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e, in particolare, l’articolo 3: “nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti”; l’articolo 13: “ogni persona i cui diritti e le cui libertà riconosciuti nella presente Convenzione siano stati violati, ha diritto a un ricorso effettivo davanti a un’istanza nazionale, anche quando la violazione sia stata commessa da persone che agiscono nell’esercizio delle loro funzioni ufficiali” e l’articolo 4 del Protocollo n. 4 allegato: “le espulsioni collettive di stranieri sono vietate“.
I richiedenti asilo ricorrenti avranno il diritto ad un risarcimento pecuniario di circa 5000 euro.
Una sentenza dalla portata storica, che arriva a conclusione di una battaglia legale lunga cinque anni. Dato importante è che siano state accolte tutte le violazioni eccepite dai legali che si sono rivolti alla corte di Strasburgo.