Il Centro Astalli in collaborazione con la Pontificia Università Gregoriana – Facoltà di Scienze Sociali, organizza il corso di formazione “Democrazie in lockdown: il vaccino dei diritti – Le migrazioni alla prova della pandemia”.
La pandemia ha avuto un impatto negativo su tanti sistemi democratici. Se i governi sono stati costretti ad adottare dure restrizioni per contrastare la diffusione del virus, molte realtà illiberali e autoritarie ne hanno approfittato. Nel 2020, si è assistito a un diffuso tentativo di limitare la libertà di espressione e d’informazione, ricorrendo spesso anche all’uso della forza e della detenzione come strumenti di repressione; al contempo, sono aumentati gli episodi di discriminazione e razzismo, sfociati spesso in violenze e uccisioni. Lo stato di salute delle democrazie, ma soprattutto il concetto stesso di democrazia, ne sta quindi uscendo fortemente indebolito ed è a rischio.
Il report redatto nel 2020 dall’Economist Intelligence Unit sulle libertà civili ha messo in evidenza una preoccupante regressione del punteggio globale medio delle libertà civili. Il 70% dei Paesi ha registrato un netto peggioramento rispetto al 2019 – con punte drammatiche, come nel caso del Mali. In particolare, si sono registrate forti involuzioni nelle regioni dell’Africa Sub-sahariana, del Medio Oriente e del Nord Africa. Anche l’Europa ha registrato cali significativi.
Jan Beagle, Direttore generale dell’International Development Law Organization – IDLO, ha recentemente dichiarato: “Come possiamo trasformare le sfide in opportunità? E come possiamo costruire una società più resiliente oggi, in modo da poter recuperare e proteggere la democrazia e lo Stato di diritto in futuro? La risposta non è facile da attuare, ma è chiara: è giunto il momento per i governi di ridurre le disuguaglianze che alimentano la vulnerabilità e che con le pandemie si accrescono e proteggere le minoranze vulnerabili che sono state lasciate indietro”.
- Lo stato di salute della democrazia nel mondo – 12 maggio ore 17.00 – 18.30
In un mondo messo a dura prova dalla pandemia, la democrazia ha il ruolo cruciale di garantire il libero flusso delle informazioni, la partecipazione al processo decisionale e ha la responsabilità di rispondere alla crisi sanitaria e alle sue ripercussioni sociali ed economiche.
Tuttavia, abbiamo assistito a una diffusa strumentalizzazione dell’emergenza per limitare i processi democratici e lo spazio civico, cosa particolarmente rischiosa nei luoghi in cui la democrazia ha radici poco profonde e dove le garanzie e i controlli istituzionali sono deboli.
Le situazioni di tensione in Myanmar e nell’area del Sahel sono emblematiche di una crisi democratica che attraversa il mondo.
Intervengono:
- Cecilia Brighi – Segretario generale Associazione “Italia-Birmania. Insieme”
- Camillo Casola – Ricercatore associato al CeSAC (Centro Studi sull’Africa Contemporanea)
- Modera: Roberto Zichittella – Giornalista Radio Rai 3
- L’Europa e la democrazia nel Mediterraneo – 19 maggio ore 17.00 – 18.30
A dieci anni dalle primavere arabe le piazze che chiedevano la fine di dittature e violazioni di diritti umani sono rimaste inascoltate o occupate da conflitti che ancora oggi affliggono territori come la Siria e la Libia. L’Unione europea stenta ad avere un ruolo da protagonista nel Mediterraneo; sembra essere ancora spaesata dalla caduta di dittature con cui ha per lungo tempo interloquito e lacerata dagli interessi nazionali diversi che la compongono.
Come trasformare la lezione della pandemia, che ci ha mostrato l’evidenza della stretta interconnessione tra i popoli, in una nuova idea di partecipazione civica? Come sperimentare nuovi modelli di relazione nel Mediterraneo in cui i migranti siano protagonisti di una nuova definizione di cittadinanza e democrazia?
Intervengono:
- Sergio Fabbrini – Professore di Relazioni Internazionali LUISS Guido Carli
- Antoine Courban – Professore di Scienze Umanistiche Saint Joseph University – Beirut
- Modera: Chiara Tintori – Saggista e politologa
- Migranti in Italia tra rappresentanza democratica e legalità – 26 maggio ore 17.00 – 18.30
In Italia, la crisi ha evidenziato ed esacerbato problemi a lungo trascurati: lacune nel sistema sanitario e di previdenza sociale; divari digitali e disparità nell’accesso all’istruzione; degrado ambientale e discriminazione razziale. Queste disuguaglianze costituiscono una minaccia per la tenuta democratica in sé.
Per molti migranti e rifugiati la pandemia ha acuito invisibilità, sfruttamento, irregolarità.
Ripartire dai diritti sociali per una nuova idea di comunità in cui rappresentanza, lavoro e conciliazione familiare siano le priorità, può essere la via da seguire per ricostruire il Paese e per contrastare gli effetti sociali ed economici della crisi? Quali strade percorrere per rendere effettiva la partecipazione dei migranti ai processi democratici del Paese?
Intervengono:
- Tatiana Esposito – Direttrice Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
- Marco Omizzolo – Sociologo Eurispes
- p. Camillo Ripamonti – Presidente Centro Astalli
- Modera: Giovanni Anversa – Vicedirettore Rai 1
Gli appuntamenti del 19 e 26 maggio sono disponibili sulla piattaforma S.I.Ge.F. per la formazione professionale continua dei giornalisti (crediti erogati: 2). Per iscriversi basta registrarsi sulla piattaforma S.I.Ge.F.
Per informazioni: Fondazione Centro Astalli – 06 69925099 – [email protected]