Il Tavolo Asilo e Immigrazionein vista dei nuovi click day ha inviato oggi un documento sul Decreto flussi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con osservazioni e proposte frutto delle istanze degli enti del Terzo settore che operano nel settore dell’immigrazione, dell’accoglienza delle persone migranti e del contrasto alla tratta di esseri umani.
Il documento sottolinea l’ormai anacronistico meccanismo di programmazione dei flussi in entrata e di allocazione delle quote di ingresso annuali, sempre più insufficienti per le reali esigenze di chi vuole fare ingresso in Italia per lavorare e chi ha necessità di assumere manodopera straniera.
Lo strumento del click day, come si è visto ieri in occasione del primo previsto nel 2025 dove in quattro minuti sono state raggiunte le 25 mila quote previste dal decreto, rischia di essere una vera e propria lotteria ed esclude, formalmente, chi si trova già in Italia.
Ciò sta causando situazioni di precarietà a livello sociale e un forte aumento e aggravamento di casi di vulnerabilità (violenze in ambito lavorativo e sessuale, problemi di salute, dipendenze da sostanze, sfruttamento) che riguardano le persone arrivate legalmente sul territorio nazionale attraverso il Decreto flussi.
Su questa situazione impattano anche le lunghe attese tra la presentazione della domanda di assunzione all’estero da parte dei datori di lavoro e l’arrivo di lavoratori e lavoratrici in Italia, determinata anche dall’impiego di personale precario e numericamente non adeguato presso le Prefetture e le Questure.
Risulta ormai evidente come il Decreto flussi sia inefficiente, inadeguato e pericoloso: anziché semplificare e accelerare il matching a distanza tra domanda e offerta di lavoro, non soltanto non soddisfa le esigenze dei migranti e del mercato del lavoro – che continua a lamentare carenza di manodopera – ma addirittura alimenta un sistema criminale che si struttura su situazioni di irregolarità di soggiorno, di lavoro “nero”, “grigio”, spesso imposto anche nelle sue forme più indecenti e segreganti.
È per tali ragioni che è quanto mai necessaria una riforma coraggiosa, attuale e radicale che superi definitivamente non solo il Decreto flussi, ma che introduca anche nuovi canali di ingresso o di regolarizzazione per lavoratori/lavoratrici di origine straniera.
Le organizzazioni chiedono:
1. La possibilità di assumere direttamente lavoratori/lavoratrici in qualsiasi momento, al di fuori del sistema quote e senza limitazioni per nazionalità o settori produttivi;
2. La creazione di nuovi canali di ingresso per lavoro: sponsorship e ricerca lavoro;
3. L’introduzione di una clausola di salvaguardia che dia diritto ad avere un permesso di soggiorno per attesa occupazione nell’ipotesi in cui, per cause non imputabili a lavoratori/lavoratrici, dopo l’ingresso in Italia non si formalizzi il rapporto di lavoro;
4. La possibilità di assumere lavoratori/lavoratrici già in Italia pur in condizione di soggiorno irregolare, attraverso misure di regolarizzazione su base individuale – non afferenti alla domanda di protezione internazionale – in presenza di un’offerta di lavoro regolare o di radicamento sul territorio nazionale;
5. Lo snellimento della procedura di ingresso e rilascio del permesso di soggiorno e il potenziamento dell’organico della Pubblica amministrazione interessata a tali procedure;
6. La possibilità di convertire tutti i permessi di soggiorno in permessi per lavoro.