Catacombe di San Callisto

Le catacombe di San Callisto sono tra le più antiche e meglio conservate di Roma. Sorgono in un appezzamento di terreno compreso tra Via Appia Antica, Via Ardeatina e Via delle Sette Chiese, sono strutturate in una rete di gallerie lunga quasi 20 km e situata a 20 metri di profondità e ospitano al loro interno i corpi di martiri, pontefici e di quasi mezzo milione di fedeli.

Sono costituite dalla “Cripta dei Papi”, luogo di sepoltura privilegiato dai primi papi cristiani (si contano una decina di sepolture), dalla “Cripta di Santa Cecilia”, il luogo in cui, leggendariamente, fu ritrovato il corpo martirizzato della santa e da altri cinque cubicoli minori, denominati “dei Sacramenti” per via dei temi dipinti (scene di battesimo ed eucaristia). Vi sono inoltre, incisi o dipinti sulle pareti, simboli stilizzati tipici delle catacombe, come il Buon Pastore, l’orante, il monogramma di Cristo e il pesce utilizzati all’epoca delle persecuzioni per esprimere in maniera occulta la propria fede religiosa.

Nei primi secoli successivi alla morte di Cristo, i cristiani venivano osteggiati dalle autorità romane e questo implicava che non avessero diritto a cimiteri esclusivi per la propria religione e che fossero costretti a seppellire i propri morti in cimiteri comuni.

A partire dal II secolo, grazie al supporto di famiglie neoconvertite del patriziato romano, le comunità cristiane iniziarono a ricevere donazioni e concessioni di terreni e ciò permise loro di seppellire i morti in appositi complessi cimiteriali sotterranei denominati appunto “catacombe”. San Callisto è un chiaro esempio di queste donazioni patrizie: il terreno su cui sorge, infatti, fu offerto in dono dalla famiglia dei Cecilii direttamente al vescovo di Roma dell’epoca. Il nome del complesso cimiteriale è legato al diacono Callisto, incaricato dell’ingrandimento e della gestione del cimitero da papa Zeffirino (199-217), di cui poi fu successore fino all’anno 222.

Foto in anteprima e nel testo: Archivio Centro Astalli

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