I corpi di 120 migranti sono stati trovati sulle coste della Libia negli ultimi 10 giorni. Lo ha affermato l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) specificando che si tratterebbe delle vittime di un naufragio di cui non si era a conoscenza prima del ritrovamento dei cadaveri.
In totale, in base ai dati OIM. sono 4.027 i migranti morti nel 2016, tre quarti dei quali sono deceduti nel Mediterraneo nel tentativo di raggiungere l’Europa. Si tratta di un aumento del 35% rispetto ai dati dei primi 7 mesi del 2015.
“Per capire la reale portata della tragedia è necessario fare lo sforzo di vedere dietro ad ogni numero storie, famiglie, aspirazioni e vite per la gran parte molto giovani distrutte da politiche ingiuste e sbagliate”, commenta P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, che continua: “Paghiamo un prezzo altissimo prima di tutto in vite umane ma anche in risorse economiche investite nell’inutile e demagogica chiusura delle frontiere”.
Alla luce dei dati che ci parlano chiaramente di una vera e propria ecatombe di innocenti il Centro Astalli chiede a istituzioni nazionali e sovranazionali:
– di creare vie legali per chiedere asilo in Europa. Basta morti prima di tutto ma anche basta accordi con Paesi Terzi che non garantiscono il rispetto dei diritti umani. È necessario e urgente creare forme di ingresso sicure per quanti in fuga da guerre e persecuzioni hanno il diritto di chiedere asilo in Europa
– Applicare il prima possibile tra gli Stati europei il mutuo riconoscimento dello status di rifugiato in modo da garantire un’equa ripartizione dei rifugiati all’interno dell’Unione. Solo questa è la strada per assicurare standard di accoglienza e integrazione adeguati e avere un controllo maggiore sui flussi.
– Fare in modo che tutti gli Stati dell’Unione accolgano in modo proporzionale i migranti forzati. Al momento meno di un terzo degli Stati membri accolgono la maggior parte di rifugiati che riescono a giungere vivi in Europa.