Il Centro Astalli esprime seria preoccupazione per le dichiarazioni a margine del vertice di ieri tra Italia e Germania sul tema delle migrazioni.
Rinnovare gli accordi con la Turchia e con la Libia, pensare alle stesse modalità di gestione dei flussi per altre aree di crisi è in contrasto con i principi ispiratori dell’Unione europea e in aperta violazione dei diritti umani.
La Libia non ha ratificato la Convenzione di Ginevra sullo Status di Rifugiato e la Turchia non applica la medesima Convenzione ai cittadini che provengono da Siria, Iraq e Afghanistan.
P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, riguardo alle considerazioni sul tema migratorio a margine dell’incontro tra il presidente Draghi e la cancelliera Merkel: “Ormai sono anni che vediamo i tragici effetti degli accordi con Libia e Turchia: morti in mare, violenze e abusi ai danni dei migranti. Gestire il fenomeno migratorio non può voler dire bloccare i migranti in Paesi terzi, esternalizzando le frontiere. Il notevole ridimensionamento degli arrivi frutto di questi accordi ha comportato un costo altissimo in termini di vite umane e di sofferenza per migliaia di persone che non consideriamo a sufficienza, in un pragmatismo a tratti poco umano. Si tratta di vite e persone che noi, Europa, abbiamo deciso essere sacrificabili”.
È necessario un cambio di visione politica e strategica a tutti i livelli, anche dell’opinione pubblica sempre più anestetizzata. Le ingenti risorse stanziate per questi accordi vengano destinate ad accoglienza, integrazione e cooperazione, uniche vie possibili per gestire le migrazioni in maniera sicura, legale e a beneficio di tutti.