Migliaia di Rohingya sono rimasti senza casa dopo che un incendio ha distrutto parti del campo profughi di Kutupalong, il più grande insediamento di rifugiati del mondo, situato a Cox’s Bazar, distretto di confine nel Bangladesh sud-orientale. La polizia armata, che guida la sicurezza, dichiara che l’incendio è iniziato domenica al campo 16 alle ore 16:40, ha attraversato i rifugi fatti di bambù e teloni ed è stato messo sotto controllo alle 18:30, bruciando circa 1.200 case e lasciando più di 5.000 persone senza casa.
La causa dell’incendio non è stata stabilita, ha aggiunto Mohammed Shamsud Douza, un funzionario del governo del Bangladesh incaricato dei rifugiati.
I Rohingya del campo profughi di Cox’s Bazar hanno perso insieme alle loro case, anche risparmi e documenti e lamentano la mancanza di attrezzature antincendio, in un campo dove spesso si verificano incendi. Nel marzo 2021, 15 persone hanno perso la vita e circa 50.000 sono stati sfollati, dopo che un enorme incendio ha devastato le loro case. Un altro incendio ha distrutto un centro di cura COVID-19 per i rifugiati in un altro campo profughi nel distretto, domenica scorsa, senza causare vittime.
Nel distretto di Cox’s Bazar vivono circa 900.000 Rohingya, musulmani sunniti che risiedono da secoli in ostile convivenza con la maggioranza buddista nello Stato di Rakhine (Myanmar), al confine con il Bangladesh. In Myanmar, la situazione dei Rohingya, da sempre difficile, è precipitata nel 2017, quando centinaia di villaggi sono stati distrutti, decine di migliaia di persone sono morte e si sono verificate delle violenze di genere attraverso attacchi sistematici alla popolazione civile. A seguito di questa repressione militare, molti Rohingya sono fuggiti in Bangladesh. In ambito internazionale, il Myanmar è stato accusato di aver perseguito la pulizia etnica contro i Rohingya con un intento genocida.