“Le istituzioni comunitarie e gli Stati membri devono fare di più per proteggere i minori stranieri non accompagnati”, si legge in una dichiarazione firmata da 78 organizzazioni della società civile, resa pubblica oggi in occasione dell’apertura del 10° Forum europeo sui diritti del fanciullo a Bruxelles.
Tra i firmatari anche il JRS (Jesuit Refugee Service), di cui il Centro Astalli è la sede italiana, profondamente preoccupato che la mancanza di una tempestiva presa in carico dei minori li esponga a rischi e pericoli.
Come si legge nel documento, secondo le organizzazioni firmatarie troppo poco è stato fatto in Europa per affrontare le particolari esigenze e le vulnerabilità dei bambini migranti.
Ad esempio, i minori in Svezia possono aspettare anche fino a un anno prima che le loro domande d’asilo vengano esaminate. Quelli bloccati in Grecia non sono potuti andare a scuola per un periodo, in media, di 20 mesi. Molti bambini devono aspettare più di un anno per raggiungere i familiari in altri Stati dell’Unione europea, un ritardo pericoloso che spinge i minori a rivolgersi ai trafficanti o a finire nelle maglie della criminalità.
“Molti di questi bambini cresceranno e saranno i futuri cittadini dell’Unione europea. Dovrebbero essere considerati prima di tutto bambini, a prescindere dal loro status giuridico. Bisogna investire per consentire loro di realizzare appieno il proprio potenziale, come protagonisti delle comunità che li deve accogliere e proteggere.
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