di Hannah Arendt (a cura di Donatella Di Cesare)
Einaudi, 2021
Viene pubblicato, in una nuova edizione italiana, il celebre saggio di Hannah
Arendt, politologa e filosofa tedesca, di origine ebraica, apolide, per diciotto anni,
dopo che la Germania nazista le aveva tolto la cittadinanza e prima di ottenere quella
americana l’11 dicembre 1951. Lo scrisse di getto nel 1943, a due anni dal suo arrivo a
New York. Testimonianza esistenziale di un’apolide d’eccezione, ma anche primo manifesto
politico sulla migrazione. Il saggio conclusivo di Donatella Di Cesare ricostruisce la lezione di
Arendt, e riflette sui diritti umani dei rifugiati.