Ha detto

Ho imparato sulla mia pelle che la guerra è ciò che accade quando il linguaggio fallisce. Il futuro è già qui tra gli uomini, ma non è distribuito equamente. Il futuro è il mio bambino che sta per nascere: è già qui tra gli uomini, ma non è ancora visibile.

(dal racconto di Charity, rifugiata dal Camerun)

Si parla di … donne rifugiate

Una moltitudine senza diritti

Il 51% della popolazione di rifugiati nel mondo è costituito da donne e ragazze.
Lontane dalla loro casa, dalla loro famiglia, senza la protezione del loro governo, le donne sono particolarmente vulnerabili. Devono affrontare le difficoltà di viaggi molto lunghi verso l’esilio e spesso l’indifferenza per la loro situazione.
Ogni giorno è una sfida. La violenza di genere può essere la principale ragione per cui sono costrette a lasciare il Paese di origine. L’International Rescue Committee ha evidenziato tra le conseguenze dell’estrema siccità nell’Africa orientale un aumento del livello di violenza contro donne e ragazze: in combinazione con la recessione economica causata dalla pandemia, la siccità ha infatti costretto le donne, spesso incaricate di procurare cibo e acqua alle loro famiglie, a viaggiare più lontano da casa, esponendosi così a maggiori rischi. Nel 2023 in Afghanistan, Bangladesh, Burundi, Repubblica Centrafricana,  Etiopia e Ruanda è cresciuto il livello di violenza contro le donne, che in Somalia arriva al 200%. Ma anche durante i viaggi le donne sono vittime di abusi e violenze. Rischiano di subire attacchi da parte dei soldati, appartenenti alle forze di sicurezza, gruppi armati, banditi, pirati o altri sfollati.
Episodi di aggressioni si registrano anche nei campi profughi, dove le donne rifugiate rappresentano quasi sempre l’unica speranza di sopravvivenza per i loro figli, proprio nel periodo in cui sono meno in grado di sopportare questo peso da sole.

Le iniziative internazionali per le donne

Nella quarta Conferenza mondiale dell’ONU sulla condizione femminile tenutasi a Pechino nel 1995, è stato affrontato il tema dell’uguaglianza, dello sviluppo e della pace. La Conferenza si è conclusa con l’approvazione di una piattaforma d’azione e di un documento di principi: la Dichiarazione di Pechino.

Le richieste ai governi sono state le seguenti:

  • riaffermare l’impegno preso due anni prima alla Conferenza di Vienna sui Diritti Umani, riguardo l’universalità e l’indivisibilità dei diritti umani delle donne;
  • riconoscere la violenza inflitta dai governi alle donne e impegnarsi a sradicarla;  portare i colpevoli davanti alla giustizia e prevedere un risarcimento per le vittime; affermare che lo stupro durante i conflitti armati rappresenta una violazione dei diritti umani e impegnarsi a rispettare le leggi internazionali sui diritti umani durante i conflitti armati;
  • impegnarsi  a sradicare forme di violenza quali le mutilazioni genitali femminili; la violenza in famiglia  e nella società; fare in modo che i diritti umani delle donne attiviste siano garantiti e rispettati; 
  • sforzarsi di ratificare  e mettere in atto i trattati internazionali che hanno un impatto sui diritti umani delle donne. 

La maggior parte di questi temi non è stata purtroppo al centro del dibattito in molti Paesi e inoltre alcuni governi hanno espresso riserve sulla Piattaforma concordata, selezionando di fatto i punti su cui intendono impegnarsi e scartandone altri.
Nel 2005 le delegazioni di oltre 100 Paesi si sono riunite a New York per verificare i traguardi raggiunti a dieci anni dalla Conferenza di Pechino. Molti i passi in avanti fatti in alcuni ambiti come l’istruzione, la partecipazione politica e l’eliminazione di leggi discriminatorie. Rimane comunque grave la situazione per molte donne in tante aree del mondo dove l’uguaglianza di genere è un obiettivo lontano. Ancora troppe le violenze contro le donne, soprattutto nelle aree di conflitto.

Parole da leggere, parole da ascoltare

Canzoni, racconti, video per descrivere storie di donne in esilio.
In questa sezione potete trovare canzoni ispirate a questo tema e testimonianze dirette di donne che sono state costrette a scappare da guerre ingiuste e da atroci persecuzioni. La lettura, la visione e l’ascolto di questi contenuti vi permetteranno di conoscere meglio la realtà delle donne rifugiate. 

Il dono più bello per me
In Venezuela ero un’insegnante di scienze. Amavo il mio lavoro e i miei studenti.
Il mio Paese, purtroppo, negli anni è cambiato molto. In tutto il Paese c’è un sistema di corruzione e terrore. Una grave carestia ha portato alla morte di migliaia di persone. Non si trovava cibo. Vedevo i miei figli dimagrire giorno dopo giorno senza poter far nulla per impedirlo. Qui in Italia ci siamo sentiti accolti. Anche se non sempre è stato facile integrarsi in un Paese nuovo, ogni giorno ringrazio Dio perché siamo tutti uniti e siamo vivi. Questo è il dono più bello per me. I miei figli hanno subito imparato l’italiano, vanno a scuola e amano questo Paese. Il mio sogno più grande è farli crescere al sicuro e vederli diventare brave persone in un posto che sappia accoglierli e proteggerli.

Yenmery, rifugiata venezuelana in Italia. Testimonianza raccolta a cura del Centro Astalli

Sogno un futuro per una terra senza pace
In Afghanistan ero un’attivista politica a sostegno dei diritti delle donne afgane.
Quando sono arrivati i talebani sono stata umiliata, minacciata e aggredita
molte volte a causa del mio impegno politico.
Hanno cercato di rapirmi. Avevo paura per la mia vita e per quella di mia figlia.
I nuovi governanti costringevano le vedove e le giovani donne a sposare membri
del loro gruppo. Hanno chiuso le scuole per le ragazze. Hanno privato gli uomini
della maggior parte dei diritti. Io come gli altri ho perso tutto. Dovevamo andare
via. Sono arrivata in Italia insieme a mia figlia, ai miei fratelli e ai miei genitori, finalmente siamo salvi, ma non è stato facile ricominciare tutto da capo. Oggi mi sento molto fortunata ad essere viva insieme alle persone che amo. Ogni giorno penso alla mia terra e alle tante donne che sono rimaste in Afghanistan. Ero un punto di riferimento per loro e il pensiero di non poterle aiutare mi logora ogni notte e non mi fa dormire. Sogno un giorno di tornare in Afghanistan per poter ridare speranza a una terra senza pace.

Sakineh, rifugiata afgana in Italia. Testimonianza raccolta a cura del Centro Astalli

Maman
Natena sa ma robe bii yaye diotatouma yaye
kheuyna sa ma kanam disso mane
sa ma khol bii toye
khan koko magui dioye geumena
souma nope ree maman
balma loumala def balma da ma
khamoul wone yaye boye
souma togue guissouma sa ma yaye
boye sa ma khol bii toyy
souma togue guissouma sa ma bayboye
sa ma
khol bii tott han koko magui ndioye
geumna souma nope ree
maman.
Maman
Ho portato i vestiti che tu mi hai comprato
e non mi entrano più
perché sono cresciuta senza te maman
tu mi manchi tanto, maman.
Scusami per tutto ciò che ti ho fatto, maman
quando sono sola ti penso perché
la tua presenza mi manca, maman
adesso io piango,
speriamo che un giorno possiamo ridere
ancora insieme,
maman mia.

Queste parole sono state scritte e cantate da Mariana Mareme Mbaye, rifugiata dalla Mauritania in Italia. In fuga da un paese che non garantisce diritti e dignità alle donne, ha lasciato la sua famiglia e la sua terra per un viaggio in cerca di libertà e futuro. Le parole di Mariana sono dedicate alla madre lontana. Una poesia, un canto d’amore e nostalgia.

Brano contenuto nel CD Shahida – Tracce di libertà, Appaloosa Records, 2023.

Per saperne di più navigando in rete

In questa sezione trovate l’elenco di alcuni siti web in cui potete reperire informazioni e notizie che vi aiutino ad approfondire la conoscenza della realtà di molte donne costrette a fuggire dal loro Paese a causa di guerre e persecuzioni. Si tratta di una delle categorie più vulnerabili tra i rifugiati.

UNHCR: digitando “women” si arriva a un’ ampia sezione sulla tematica delle donne rifugiate

CICR: dal sito della Croce Rossa Internazionale

AMNESTY: digitare “donne”

WOMEN’S REFUGEE COMMISSION: sito di un’importante associazione internazionale per la protezione delle donne e dei bambini rifugiati

UN WOMEN: agenzia ONU sull’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne

END FGM: End FGM EU è una rete europea di 30 organizzazioni che lavorano per garantire la fine delle mutilazioni genitali femminili

Se vuoi approfondire con libri e film

Le vicende legate alle migrazioni e all’esilio delle donne vittime di persecuzioni hanno spesso ispirato scrittori e registi italiani e stranieri.
Numerosi i film e i libri che vi permetteranno di approfondire la realtà delle donne rifugiate.

SABA ANGLANA, LA SIGNORA MERAVIGLIA, SELLERIO EDITORE PALERMO, 2024

REGIA DI YASEMIN SAMDERELI, NON DIRMI CHE HAI PAURA, ITALIA, GERMANIA, BELGIO, 2024