Non si ferma l’esodo di persone in fuga da guerre, persecuzioni, violazioni dei diritti umani e condizioni di vita precarie: in molti casi si tratta di donne, bambini e ragazzi. Secondo le ultime stime dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), 73.928 rifugiati e migranti sono giunti via mare dall’inizio dell’anno in Italia, Grecia, Spagna, Cipro e Malta. Sono 1.004 i morti e i dispersi dall’inizio dell’anno nel tentativo di attraversare il Mediterraneo per raggiungere l’Europa.
Secondo i dati del Ministero dell’Interno sono 50.021 i migranti arrivati sulle coste italiane. Si tratta di un dato in aumento (+40%) rispetto allo stesso periodo del 2021, ma anche di una cifra nettamente inferiore rispetto a quelle registrate tra il 2015 e il 2017, anni della cosiddetta “crisi dei rifugiati”, periodo in cui la questione migratoria è diventata centrale nel dibattito pubblico.
Se infatti nel 2018-2020 – visti gli accordi tra il governo italiano e la Libia, il decreto Minniti e le restrizioni dovute alla pandemia – le cifre erano inferiori alle attuali, occorre evidenziare come il numero delle persone sbarcate dal 1 gennaio all’11 agosto di quest’anno sia meno della metà rispetto a quanto registrato nello stesso periodo del 2016 e del 2017.
Secondo i dati rilasciati dal Viminale in occasione della annuale presentazione del “Dossier Viminale”, tenutasi il 15 agosto, cresce il numero dei minori stranieri non accompagnati: 6.070, erano stati 5.605 nel 2021, facendo registrare un aumento del +8,30% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
La maggior parte delle persone sono originarie di Tunisia (20,5%), Egitto (19,3%), Bangladesh (16,7%), Afghanistan (7,8%), Siria (6,2%).
Secondo i dati dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, dal 24 febbraio 2022, data di inizio dell’invasione russa dell‘Ucraina, in Italia sono arrivati 159.968 profughi ucraini (dato aggiornato al 16 agosto). Oltre 150 mila hanno fatto richiesta del permesso di soggiorno per protezione temporanea in base alla direttiva Ue 2001/55/Ce. In totale sono 6,6 milioni gli ucraini fuggiti dal Paese per la guerra, di questi 3,8 milioni hanno richiesto la protezione temporanea Ue o protezioni simili nei Paesi di accoglienza.
Sono 95.184 i rifugiati, richiedenti asilo e migranti in accoglienza in Italia, un quarto in più rispetto all’anno scorso: due terzi (63.570) ospitati fra CAS e centri prima accoglienza, mentre 682 negli hotspot, 30.932 nei progetti SAI (l’ex SIPROIMI-SPRAR)
Poco più di 14.300, invece, gli ospiti con cittadinanza ucraina: ben 12.900 persone fra CAS e prima accoglienza (il 90%, molto sopra la media generale di tutte le nazionalità) e appena 1.400 nella rete SAI. Al 31 luglio, gli accolti con cittadinanza afgana erano invece solamente 3.650, ma ripartiti secondo una propozione più favorevole al SAI: 1.750 gli ospiti dei progetti della rete degli enti locali, 1.900 quelli inseriti nei centri di accoglienza.
In un anno, fra il 1° agosto 2021 e il 31 luglio 2022, sono stati esaminate in Italia 57.558 richieste di asilo, + 31% rispetto al medesimo periodo 2020-2021, su un totale di 72.423 richieste presentate.
Negli esiti delle Commissioni territoriali, nell’ultimo anno la percentuale della protezione speciale introdotta dal DL 130/2020 è raddoppiata: dall’8% circa di tutti gli esiti nel periodo 1° agosto 2020-31 luglio 2021 al 17% dello stesso periodo 2021-2022. Cresce anche la percentuale dei riconoscimenti dello status di rifugiato, il 16,5% contro il 12% del periodo precedente. Ma cresce anche la percentuale dei dinieghi, che sono passati dal 38% al 41% di tutti gli esiti.
Nello stesso periodo è stata riconosciuta una forma di protezione internazionale a 5.960 richiedenti asilo afgani, con una percentuale di riconoscimento del 96%.