Il Centro Astalli esprime seria preoccupazione per la sorte di decine di bambini, uomini, donne ora in mare.
Sono persone stremate, disperate che non hanno scelto di salire su una barca. Non è un “viaggio” il loro. È aggrapparsi all’unica possibilità di sopravvivere, pagata a caro prezzo.
Il coronavirus non può essere pretesto dei governi per dichiararsi “porto non sicuro”.
In mare ci sono esseri umani che non sono mai stati al sicuro in vita loro, sono persone in fuga dalla guerra, dalla povertà, dai centri di detenzione libici.
P. Camillo RIpamonti, presidente Centro Astalli: ”Il dolore, la paura, l’isolamento che stiamo vivendo a causa di questo orribile virus dovrebbero metterci in sintonia con la sofferenza altrui e invece rischiamo di fare spazio anche questa volta all’istinto egoista e cinico che guida scelte politiche e alimenta paura sociale”.
L’Europa non può e non deve voltare le spalle ai migranti. Per questo il Centro Astalli chiede che:
– si prevedano adeguate misure di quarantena in modo da non esporre nessuno al pericolo di contagio.
– si soccorrano tra i migranti coloro che necessitano di cure urgenti, bambini e donne incinte.
– si attui un piano di solidarietà tra gli stati Ue. In questo modo si tratterebbe di accogliere pochi migranti per Paese, non incidendo in alcun modo sulla sicurezza interna.
Infine il nostro appello: “Portiamo in salvo i migranti. L’epidemia che ci troviamo a fronteggiare ci insegna più di tutto che nessuno si salva da solo. Domani i cristiani celebrano la Pasqua, la resurrezione di Cristo che sconfigge la morte. Salviamo i migranti, sconfiggiamo la loro morte, salvando le loro vite.”