100 organizzazioni, tra cui il Jesuit Refugee Service Europa, hanno rivolto un appello all’Unione Europea per dire no alla criminalizzazione della solidarietà.
Nella dichiarazione congiunta pubblicata oggi le organizzazioni chiedono alla Commissione europea e al suo neoeletto presidente Ursula Von der Leyen di riformare la Direttiva 2002/90/CE che attualmente consente agli Stati membri di criminalizzare gli aiuti umanitari perché “non riesce a distinguere correttamente tra traffico di esseri umani e aiuto umanitario”.
In un recente studio della piattaforma di ricerca europea ReSOMA è stato infatti rilevato che almeno 158 paesi europei sono stati criminalizzati per il loro aiuto verso i migranti dal 2015.
“Riguarda volontari, attivisti, ONG, membri dell’equipaggio delle navi di soccorso, familiari dei migranti e anche giornalisti, sindaci e sacerdoti. Il recente arresto del capitano della Sea Watch 3, Carola Rackete, è solo l’ultimo esempio di come le persone vengono incolpate per aver salvato la vita ai migranti e per aver prestato l’assistenza umanitaria che gli Stati membri non sono disposti o non sono in grado di fornire, nonostante siano tenuti a farlo dal diritto internazionale e dell’UE. “