Inizia oggi il Summit delle Nazioni Unite sulla gestione dei grandi movimenti di migranti e rifugiati con l’obiettivo di gettare le basi di un nuovo quadro globale, così come proposto dal segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon nel maggio scorso.
Il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati e la Caritas Internationalis esprimo soddisfazione per l’importante appuntamento che rappresenta un importante passo avanti verso una governance globale del fenomeno migratorio e dello sviluppo. Dai documenti preparatori resi pubblici si evince un approccio nuovo, basato sulla centralità della persona, dei diritti umani e della dignità riconosciuta al problema dei migranti e dei rifugiati interni e internazionali, aspetto centrale del nuovo accordo è la condivisione globale delle responsabilità nell’ambito dell’accoglienza.
Il summit coincide, infatti, con un momento in cui l’approccio di molti governi alla questione dei rifugiati e delle migrazioni su vasta scala è contraddistinto da muri, frontiere chiuse, violazioni dei diritti umani e delle leggi sui rifugiati.
Occorre, invece, che tutti gli Stati membri della comunità internazionale aderiscano in maniera sollecita a quanto previsto dal Global Compact, esprimendo così un chiaro impegno a protezione e tutela della sicurezza e della dignità dei migranti forzati.
Un impegno che dovrebbe trovare prontamente applicazione in termini di politiche aggiornate, di reale tutela, non più basate su espulsioni, rientri forzati, respingimenti in cosiddetti “Paesi sicuri”, o sulla riformulazione e reinterpretazione della legge internazionale sui rifugiati e della legge umanitaria che di fatto impedisce alle persone di cercare rifugio o di rientrare in patria.
L’auspicio è che, quindi, il nuovo accordo si concretizzi in un reale cambiamento a beneficio di migranti e rifugiati, per una migrazione regolare e ordinata basata su un processo chiaro che si attenga a precisi tempi e indicatori.
Maggiori informazioni sul sito del Jesuit Refugees Service.