Il Centro Astalli esprime seria preoccupazione per l’accordo raggiunto da UE e Turchia per far fronte alla cosiddetta crisi dei rifugiati.
Inaccettabile che si sia deciso di far rientrare in Turchia i migranti cosiddetti irregolari che hanno compiuto la traversata fino alle isole greche. Si tratta di una misura in aperta violazione delle norme internazionali.
Ieri l’Europa ha sancito un accordo in cui il rispetto dei diritti viene usato come moneta di scambio con la Turchia. Un Paese che non applica la Convenzione di Ginevra per i rifugiati ai cittadini che provengono da Siria, Iraq e Afghanistan e che ha molta strada da fare per garantire a tutti diritti umani fondamentali come la libertà di espressione e la tutela delle minoranze.
P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, commenta così l’esito dell’ultimo vertice UE “Assistiamo attoniti a un vero e proprio attacco alla dignità della vita umana, aggravato da uno spreco sproporzionato di risorse economiche che potrebbe essere destinato alla creazione di canali umanitari sicuri per chi scappa dalla guerra, ad un’accoglienza programmata e progettuale che impegni tutti gli Stati dell’UE.
In Grecia in questo momento arrivano prevalentemente migranti in fuga dalla Siria, dall’Iraq e dall’Afghanistan. Si tratta di un flusso formato da un’alta percentuale di donne e bambini”.
In particolare, continua Ripamonti, “ci pare assurdo che come criterio di valutazione del destino dei migranti si prenda in considerazione il fatto che siano giunti irregolarmente. Di fatto oggi l’unico modo per arrivare in Europa a chiedere asilo è affidarsi ai trafficanti. Proprio perché l’UE si ostina a chiudere le frontiere e a non prevedere alternative legali all’arrivo di chi fugge dalla guerra si creeranno nuove vie di traffico sempre più pericolose”.
Da tempo il Centro Astalli, come molti altri enti di tutela, chiede alle istituzioni nazionali ed europee e di creare corridoi legali e di applicare i visti umanitari per le popolazioni vessate dalla guerra.
Il Centro Astalli chiede inoltre alla società civile una maggiore partecipazione e coscienza civica nei confronti di una questione estremamente grave: non possiamo accettare indifferenti che uomini e donne in fuga da guerre e persecuzioni vengano deliberatamente trattate come scarti dell’umanità. E’ una vergogna tutta europea.