281 milioni di migranti nel mondo (9 milioni in più rispetto al 2019), 82,4 milioni di migranti forzati e 1.427 morti e dispersi nel Mediterraneo: sono questi i dati citati oggi alla presentazione del Dossier statistico sull’immigrazione 2021 del Centro Studi e Ricerche Idos, in collaborazione con il Centro Studi Confronti e, da questo anno, anche con l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”.
Il rapporto socio-statistico sulle migrazioni in Italia giunto alla 31ªedizione, evidenzia il numero dei migranti nel mondo è pari al 3,6% dell’intera popolazione planetaria (7,8 miliardi di abitanti).
Se si considera che nel 2000 essi erano 173 milioni, si osserva che in 20 anni sono cresciuti di ben 108 milioni (+2,4%
all’anno in media), con un ritmo particolarmente sostenuto per i migranti forzati (quasi quadruplicati nello stesso
periodo: da 22,9 a 82,4 milioni).
Molti i temi dibattuti nel corso dell’incontro pubblico di presentazione del dossier: dalla preoccupazione e incapacità di dar conto a questo fenomeno, l’immobilismo delle istituzioni mondiali ed europee, alle problematiche della società italiana dove, complice anche l’estremo utilizzo della parola “invasione”, l’odio e la paura di essere “invasi” dettano la nostra quotidianità. La tavola rotonda si è, infatti, conclusa con una domanda: di cosa avremmo bisogno in Italia?
La constatazione finale è stata quella di dover trasformare le attuali buone proposte in future decisioni e policy rivolte ai fenomeni migratori. Riforme che prevedano – ad esempio – la stabile apertura di corridoi umanitari protetti, quote d’ingresso effettivo per lavoratori stranieri commisurate ai reali fabbisogni di manodopera, la riforma della legge sulla cittadinanza per le nuove generazioni, meccanismi di regolarizzazione ordinaria e su base individuale, canali di ingresso per ricerca lavoro, accordi previdenziali con i Paesi di origine degli immigrati.
Politiche, insomma, che valorizzino molto meglio e appieno tutte le potenzialità dell’immigrazione. Ne gioverebbero il
bene davvero comune e l’intero sistema Paese.