Il 3 ottobre del 2013, 368 persone hanno perso la vita davanti alle coste di Lampedusa in un tragico naufragio. Da allora sono stati oltre 22.456 i migranti morti nel Mediterraneo (dati UNHCR).
Sono ancora troppi le vittime del mare. Due gli ultimi naufragi verificatisi nelle ultime ore.
Sono almeno 40 i dispersi in un naufragio davanti Libia. Lo rende noto UNHCR che riferisce anche di 89 persone, inclusi 8 donne 3 bambini, riportate a Tripoli.
Poco più a Ovest, nel mare davanti alla Tunisia, una barca di migranti si è rovesciata a pochi chilometri dalla costa, tra Zarzis e Djerba. Almeno tre persone sono morte annegate, altre 17 sono state tratte in salvo dalla Guardia costiera tunisina che ha anche intercettato e riportato indietro altre quattro barche di migranti.
Almeno 57 persone risultano morte o disperse dopo il naufragio di un barcone sulla rotta tra l’Africa nord-occidentale e le Canarie. Lo denuncia Helena Maleno, attivista di Caminando Fronteras, una ong specializzata in assistenza a famiglie di migranti e interventi in loro favore in quella zona. I morti o dispersi sarebbero 28 donne, 17 uomini e 12 bambini. Ci sarebbero 5 sopravvissuti, mentre 16 corpi sono stati ritrovati dalle autorità marocchine.
Un tragico bilancio destinato ad aumentare. Da anni l’Europa rimane immobile davanti alla morte dei migranti.
Salvare vite umane non è un’opzione ma è ciò che va fatto sempre e ad ogni costo.