721 tra rifugiati e migranti sono morti nel Mediterraneo centrale nei soli mesi di giugno e luglio 2018. Un dato drammatico che evidenzia la pericolosità della rotta mediterranea affrontata da molti in fuga da guerre e persecuzioni su mezzi di trasporto non sicuri spesso per mano di trafficanti di esseri umani.
Il tasso di mortalità tra coloro che tentano di attraversare il Mediterraneo partendo dalla Libia è quindi aumentato: muore 1 persona su 16. Un numero allarmante, nonostante un calo degli arrivi in Italia del 80%, molto più alto rispetto a quello registrato nei primi 5 mesi dell’anno quando il tasso di mortalità era di 1 su 64.
Cresce anche il numero di persone trattenute arbitrariamente nei centri di detenzione in Libia, più che raddoppiato negli ultimi mesi, dai circa 4.400 a marzo ai più di 10.000 a fine luglio. Tra questi circa 2.000 sono donne e bambini.
Molti sono stati ricondotti nei centri dopo essere stati intercettati in mare e riportati indietro dalla Guardia Costiera libica.
È quanto emerge nel recente rapporto “Fra il diavolo e il mare profondo. L’Europa abbandona rifugiati e migranti nel mar Mediterraneo centrale” di Amnesty International, un quadro di quello che accade non molto lontano da noi, al di la’ nei nostri confini e nel mare delle nostre vacanze.