Si aggrava la crisi politica in Tunisia, travolta da un’ondata di contagi di Covid e da una grave crisi economica. Dopo una giornata di manifestazioni, scontri e proteste in varie città contro l’esecutivo di Hichem Mechici e contro il parlamento presieduto da Rached Ghannouchi, a causa del deterioramento della situazione sociale, economica e sanitaria, il presidente della repubblica Kais Saied ha destituito il primo ministro Mechichi e ha sospeso i lavori del parlamento per trenta giorni.
Il presidente ha motivato la sospensione con l’articolo 80 della Costituzione: il ricorso a queste norme sarebbe permesso nel caso di pericolo imminente per il Paese.
L’annuncio è stato diffuso tramite un video pubblicato sui social dalla pagina ufficiale della presidenza tunisina al termine di una riunione di emergenza presieduta dallo stesso Saied e aperta ai responsabili della sicurezza. Il presidente tunisino ha disposto che guiderà temporaneamente il governo fino alla nomina del nuovo premier e ha annunciato di aver tolto l’immunità a tutti i membri del parlamento.
Nella capitale Tunisi, centinaia di persone si sono radunate vicino al sede del parlamento nel distretto di Bardo, scandendo slogan di critica al governo e manifestando insoddisfazione per la situazione politica.
Le prime reazioni dei partiti tunisini sono di condanna per la decisione presa dal presidente e qualcuno parla di colpo di Stato. Anche gli osservatori internazionali sono preoccupati per il fatto che Saied abbia deciso di avocare a sè anche la carica di Procuratore generale della Repubblica, con la facoltà dunque di poter esercitare l’azione penale. Ciò gli consentirebbe di arrestare anche i deputati, una volta tolta loro l’immunità.