Sono stati rinvenuti tre corpi sulla spiaggia di Zuwara, appartengono a un neonato, a un bambino, una donna. Le foto dei loro cadaveri stanno facendo il giro del mondo.
Si ipotizza siano vittime del naufragio di una imbarcazione che aveva a bordo 90 persone. Secondo l’Oim, l’organizzazione internazionale per le migrazioni, l’incidente risale ai giorni scorsi. Un barcone con molte donne e bambini tra i passeggeri, partito nella notte tra il 18 e il 19 maggio, è naufragato davanti alle coste libiche: circa 50 i dispersi e solo 33 i superstiti.
I corpi dei bambini e della donna sono rimasti abbandonati e dimenticati sulla spiaggia libica per giorni.
Le foto stanno indignando l’opinine pubblica, così come già avvenne con lo scatto che ritraeva il copo senza vita del piccolo Alan Kurdi, il bimbo siriano di etnia curda di 3 anni trovato senza vita sulla spiaggia di Bodrum dopo il naufragio dello scafo sul quale viaggiava con la famiglia, nel settembre 2015.
Immagini che oggi come allora dovrebbero risvegliare le nostre coscienze e quella di tutta l’Europa. Non si può rimanere indifferenti e immobili di fronte al dramma e alla morte di esseri umani, occorre rimette al centro la vita e i diritti delle persone.