Ceuta, enclave spagnola in Marocco, ha visto l’arrivo in massa di almeno 8.000 persone, tra cui donne e bambini, in due giorni. La Spagna ha schierato l’esercito e ha già respinto indietro, oltre confine, la metà dei migranti. Il premier spagnolo Sanchez ieri sera ha raggiunto Ceuta promettendo ai suoi cittadini di “ristabilire l’ordine con la massima celerità”. E si aggrava la crisi diplomatica già in corso tra Madrid e Rabat.
“L’Unione Europea è solidale con Ceuta e la Spagna. Abbiamo bisogno di soluzioni europee comuni per gestire le migrazioni. Possiamo raggiungere questo obiettivo se si arriva ad un accordo sul nuovo Patto sulla migrazione”, ha scritto ieri in un tweet la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen.
Intanto un nuovo naufragio è stato registrato ieri al largo della Tunisia: 50 persone sono date ancora per disperse, mentre 33, tutti originari del Bangladesh, sono stati riportati in Libia.
Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli: “La vera emergenza da affrontare è quella in cui si trovano i migranti che cercano di arrivare in Europa. È evidente in queste ore che le politiche di esternalizzazione dell’Europa sono inadeguate e questa ennesima situazione dimostra quanto siano fallimentari.
È ora di un cambio vero rispetto alla linea seguita dall’Europa negli ultimi vent’anni, dal Processo di Rabat nel 2006 un muro dopo l’altro, secondo una politica migratoria che non mette al centro la vita e i diritti delle persone, ma tutti i sistemi possibili per fare in modo che i migranti non arrivino in Europa”.
Il Centro Astalli ritiene che l’Europa debba cambiare approccio in maniera strutturale rispetto all’immigrazione. Serve una radicale cambio di prospettiva: si attivino immediatamente, vile legali d’ingresso attraverso il reinsediamento e canali umanitari, una ripartizione equa dei migranti tra tutti i Paesi dell’Unione che avvenga con un meccanismo obbligatorio che impegni ciascuno a fare la propria parte.