Da ieri mattina 91 persone sono alla deriva nel Mediterraneo: le speranze di soccorrerli da vivi, si affievoliscono sempre più. Continua l’azione instancabile delle navi di Ong che cercano di arrivare in tempo ogni qual volta un’imbarcazione in difficoltà lancia l’allarme.
Un’azione tanto meritoria quanto insufficiente di fronte alla insostenibile situazione che stanno vivendo migliaia di migranti che cercano legittimamente di fuggire dalla Libia in cerca di protezione in Europa.
P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, sottolinea come: “In queste ore di angoscia e apprensione per la sorte di decine di migranti che si trovano in serio pericolo di vita nell’indifferenza dei governi europei, il richiamo al rispetto dei diritti umani e delle convenzioni internazionali nella nota emessa dalla Farnesina per la revisione del memorandum con la Libia, sembra essere una stridente contraddizione”.
Per il Centro Astalli è urgente ripristinare un’azione europea di ricerca e soccorso in mare per i migranti in difficoltà, aprire canali umanitari sicuri che evitino la morte di migliaia di innocenti, vittime del traffico di esseri umani, e realizzare un’azione volta alla costruzione e al mantenimento della pace in Libia, un paese nel caos in cui i migranti vengono sottoposti quotidianamente a torture e abusi.
Ripamonti ribadisce infine che: “I diritti umani non possono rimanere solo sulla carta di fronte alla morte di innocenti. È un paradosso inaccettabile, che vìola i diritti e la dignità dei migranti e anche i nostri.
Non lasciamo morire in mare nessuno, farlo è inaccettabile resa di fronte alla barbarie”.