In vista della prossima discussione del Decreto “Immigrazione e Sicurezza” le principali organizzazioni medico-umanitarie italiane impegnate sui temi delle migrazioni e dell’asilo, tra cui il Centro Astalli, esprimono profonda preoccupazione per le implicazioni della nuova legge sulla salute dei migranti, attraverso una lettera inviata ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari di Camera e Senato.
A preoccupare è la minore capacità di accesso al sistema sanitario nazionale che avranno richiedenti asilo e rifugiati sul territorio italiano, con l’abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari.
Inoltre, con la riforma del sistema di accoglienza Sprar, persone vulnerabili come anziani, donne incinte, persone affette da disabilità, genitori soli con figli minori, tortura o violenze, verranno inserite in centri che non prevedono misure adeguate alle loro specifiche vulnerabilità.
Altre criticità derivano dall’allungamento dei tempi di trattenimento negli hotspot e nei Centri di Permanenza e Rimpatrio (ex CIE), per cui persone che non hanno commesso alcun reato potranno esser sottoposte a periodi di detenzione fino a 7 mesi; dalla mancata iscrizione all’anagrafe dei residenti, di fatto un ostacolo per l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale; dal divieto di ingresso in alcune aree delle città (il cosiddetto Daspo urbano) che, quando applicato ai presidi ospedalieri, ostacola l’accesso alle cure, limitando i diritti costituzionali e violando il codice di deontologia medica.
La lettera è stata sottoscritta da Centro Astalli, Emergency, INTERSOS, Società Italiana di Medicina delle Migrazioni, Medici contro la Tortura, Médecins du Monde, Medici per i Diritti Umani, Medici Senza Frontiere e inviata ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari di Camera dei Deputati e Senato della Repubblica e per conoscenza ai Presidenti di Camera dei Deputati e Senato e ai Ministri dell’Interno e della Salute.