Nel mar mediterraneo si continua a morire: 12 persone hanno perso la vita in un naufragio al largo delle coste libiche a 60 chilometri dalla città portuale di Tobruk.
L’imbarcazione con a bordo 13 migranti provenienti dall’Egitto si è ribaltata causando la morte di 12 persone. L’unico superstite della tragedia è stato tratto in salvo e riportato in Libia.
Vite spezzate che si vanno a sommare alle oltre 2.500 che solo nel 2024 sono state stroncate nel tentativo di raggiungere l’Europa attraverso il mare.
Oltre al Mediterraneo, anche la Manica continua a mietere vittime: due corpi privi di vita sono stati ritrovati sulla spiaggia di Equihen, nel nord della Francia, dopo che a distanza di qualche ora un uomo era morto non lontano nel tentativo di attraversare la Manica. Il canale tra Francia e Inghilterra, insieme al Mediterraneo centrale, continua a essere tra le rotte migratorie più pericolose al mondo.
Il Centro Astalli non smette di chiedere all’Europa di attivare operazioni di ricerca e soccorso in mare per i migranti in fuga dagli orrori della guerra, delle persecuzioni e delle violenze che, in assenza di vie legali e sicure di ingresso, continuano a rischiare la loro vita in mare.