L’esodo di persone in fuga dalle guerre, da situazioni di persecuzione e violazioni dei diritti umani e condizioni di vita precarie riguarda milioni di donne, bambini e ragazzi nel mondo. Secondo le ultime stime dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (UNHCR), 95.103 rifugiati e migranti sono giunti via mare dall’inizio dell’anno in Italia (36.938), Grecia, Spagna, Cipro e Malta; 875 sono i morti e i dispersi dall’inizio dell’anno nel tentativo di attraversare il Mediterraneo per raggiungere l’Europa (dati registrati al 18 agosto 2024).
Il Viminale in occasione della presentazione del suo “Dossier Viminale” ha reso noti i dati delle attività del Ministero dell’Interno, tra le quali anche quelle relative all’immigrazione.
Secondo i dati diffusi, nei primi sette mesi del 2024 gli arrivi di migranti sulle coste italiane sono calati del 62,36% rispetto all’anno precedente. Si legge nel dossier che “a fronte della riduzione dei flussi migratori, pari al 64% nel Mediterraneo centrale e al 75% lungo la rotta balcanica, si rileva un parallelo aumento degli arrivi lungo le rotte del Mediterraneo Occidentale e di quello Orientale che hanno interessato, nello specifico, Spagna (+ 153% degli sbarchi) e Grecia (+ 57% degli sbarchi)” (dati Frontex).
Il Viminale dichiara un aumento nel numero dei rimpatri, passati dai 2.572 del 2023 ai 3.079 del 2024 con un +19,7% e che sono state 58.578 le partenze di migranti bloccate da Libia (12.548) e Tunisia (46.030), entrambi Paesi in cui vige una situazione umanitaria precaria e sistematiche violazioni dei diritti umani ai danni dei migranti.
I dati restituiscono una situazione preoccupante per i richiedenti asilo e rifugiati. Se da una parte si registra un aumento delle richieste di protezione internazionale 98.353 (+35,73%) dall’altra i numeri confermano la stretta sul diritto di asilo negato. Nei primi 7 mesi dell’anno sono state 51.797 (+61,30%) le domande esamitate dalle Commissioni territoriali, con esiti diversi: a 3.522 persone (+17,9%) è stato riconosciuto lo status di rifugiato, a 5.905 (+58,5%) la protezione sussidiaria, 32.011 (+91,7%) i dinieghi, sostanzialmente raddoppiati. Preoccupano anche i numeri delle cessazioni (305, +952%) o revoche (145, +104%), per un totale di 644 (+65%), con una conseguente dimunuzione delle conferme delle protezioni -33% (194 in totale), e il numero degli avvii del procedimento di cessazione/revoca 1.535 (+1625%).
Per quanto riguarda l’accoglienza, a seguito del prolungamento dello stato di emergenza, il Viminale dichiara una capienza di 101.741 con un aumento del 14,1% da luglio scorso: +185,9% per i MSNA – minori stranieri non accompagnati, +25% per i CAS – Centri di Accoglienza Straordinaria e infine +7,6% per i centri governativi di accoglienza SAI – Sistema di accoglienza e integrazione, mentre cresce il numero di posti attivati negli hotspot, definiti strutture di “primissima” accoglienza, per un totale di 4.158 di cui 982 per i MSNA.