Il Centro Astalli invita al colloquio sulle migrazioni
Rifugiati: lottatori di speranza, seminatori di pace
giovedì 13 giugno – ore 17:30 Università Gregoriana, Piazza della Pilotta 4, Roma
Intervengono S.E. Mons. Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione della Santa Sede, e l’economista Prof. Tito Boeri. Modera Carlo Marroni, giornalista Il Sole 24 Ore.
Dialogheranno a partire da testimonianze di rifugiati e dal nucleo tematico della campagna del Centro Astalli per la Giornata del Rifugiato 2024:
Rifugiati: lottatori di speranza, seminatori di pace nucleo tematico della campagna Trentacinque anni fa il mondo e l’Europa erano pervasi dalla fiducia e dall’euforia di una rinnovata epoca di pace ed equilibrio dopo la caduta del muro di Berlino. Oggi assistiamo inermi a una progressiva metamorfosi, a prevalere sono paura, ansia, risentimento. Sempre più assuefatti e continuamente esposti “a distanza” a scene di guerra, distruzione, sofferenza, il rischio che stiamo correndo noi tutti è la perdita dell’empatia, di quell’umano “sentire” che sollecita una risposta di fronte al bisogno dell’altro. In questa complessità in cui siamo immersi c’è anche il rischio che a prevalere sia la logica, più arcaica e semplice, dell’“amico-nemico”. È quanto sta avvenendo da anni nei confronti dei migranti. Mercificati, colpevolizzati, esclusi, stigmatizzati sono stati assurti a “nemico immaginario” della società, personificazioni del conflitto sociale, della paura e dell’insicurezza collettiva. Mentre l’equilibrio mondiale si fa sempre più fragile, assistiamo gradualmente a un progressivo irrigidimento delle politiche di accoglienza in Europa. Pensata e nata come comunità fondata su libertà, democrazia, uguaglianza, Stato di diritto e promozione della pace, l’Unione Europea, specie in materia di asilo, sembra aver perso quella dimensione rispettosa dei suoi valori fondativi. A farne le spese sono le persone in fuga da persecuzioni, violenze, guerre, crisi climatiche che chiedono asilo alle porte d’Europa. Uomini, donne e bambini migranti messi in secondo piano, deprivati dell’unicità degli esseri umani, attraverso regole di accesso alla protezione sempre più rigide, in nome della sicurezza e della pratica, cinica e codarda, di esternalizzazione del diritto di asilo. Leggi che si definiscono pragmatiche sollevano di fatto chi le applica dalla responsabilità di porsi domande sulle conseguenze che hanno sulla vita di molte persone. All’interno della nostra società cresce il numero degli esclusi e degli invisibili che, anche per effetto di alcuni provvedimenti amministrativi, rischiano di essere privati del diritto di avere diritti. Ciò che accade deve inquietarci, nel senso di scuoterci le coscienze. In pericolo è la dignità dell’uomo. La questione migratoria continua a non essere affrontata dal punto di vista di coloro che si mettono in viaggio: persone in cerca di speranza, di una vita libera, di pace, in un altrove dove incontrano frontiere di indifferenza e discriminazioni. In questo momento storico sarebbe invece più che mai opportuno pensare a una politica di accoglienza capace di creare occasioni di incontro, dialogo e integrazione, affinché non siano più i deboli a fare le spese di un sistema che erige barriere, muri e recinzioni, sempre più alti su cui si sta infrangendo l’Europa dei diritti. «Affermare i diritti significa non volgere lo sguardo altrove di fronte ai migranti»: così nel suo discorso di fine anno il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La Giornata Mondiale del Rifugiato 2024 vuole essere un’opportunità per riflettere sulla tutela dei diritti umani per tutti e sulle vie da percorrere insieme per costruire una società davvero libera e aperta alle differenze, capace di riconoscere e rispettare la diversità. |
P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, sottolinea la particolare rilevanza che ha in questo momento celebrare la Giornata Mondiale del Rifugiato, per tenere alta l’attenzione sul tema dei migranti e sulle loro storie, sempre più trascurate da politiche e narrazioni emergenziali: “I rifugiati, vengono ridotti sempre più a flussi migratori, statistiche, numeri, senza nome e senza volto, al fine di allontanarli dalla sensibilità e dall’incontro con i cittadini europei. Basti pensare all’oblio in cui releghiamo le vittime delle migrazioni: morti di indifferenza che non fanno più notizia, assuefatti come siamo alle tragedie in mare, alla logica dei numeri e dell’emergenza.
Siamo convinti che l’unico futuro possibile è un futuro comune. L’opportunità del Giubileo speriamo possa essere un’occasione per attivare politiche di accoglienza più lungimiranti e rispettose dei migranti. Gli sfollati e i rifugiati sono un’umanità in cammino, mossi dalla speranza di trovare un futuro di pace. Come scrisse Papa Francesco in una lettera inviata al Centro Astalli nel 2019: I rifugiati conoscono le vie che portano alla pace perché conoscono l’odore acre della guerra”.