Dall’inizio del 2024 sono morte 4 persone al giorno lunga la rotta migratoria più pericolosa al mondo, quella del Mediterraneo Centrale: le stime dell’Onu per il nuovo anno appena iniziato delineano un bilancio drammatico delle vittime dei naufragi, destinato purtroppo a salire.
Nella giornata di oggi, infatti, si è consumata l’ennesima tragedia in mare: un naufragio a largo della Tunisia, nei pressi di Sfax, ha causato la morte di decine di persone.
A bordo si trovavano 42 persone, tutte di nazionalità sudanese; 13 corpi sono stati recuperati dalla Guardia Costiera Tunisina, mentre 27 risultano dispersi. Solo due sono le persone tratte in salvo durante le operazioni di soccorso. Secondo le prime testimonianze, il natante di ferro era partito dal porto di Chebba e sarebbe affondato a 9 miglia dalla costa.
Le autorità tunisine hanno aperto un’indagine giudiziaria per fare luce su quanto accaduto mentre proseguono le ricerche dei dispersi.
Quest’anno sono già 126 i migranti morti nel Mediterraneo, 33 in più rispetto allo stesso periodo del 2023. Dinanzi all’ennesima tragedia in mare, il Centro Astalli continua a invocare incessantemente l’attivazione di operazioni di salvataggio coordinate e l’immediata apertura di vie legali e sicure per permettere a chi scappa da guerre, persecuzioni e violenze di poter chiedere asilo, con la speranza di poter scongiurare altri naufragi che nell’arco del 2023 hanno causato la morte di 2.571 persone.