Dal 13 al 15 dicembre si è tenuto a Ginevra il secondo Global Refugee Forum, la più grande conferenza internazionale sulle questioni relative ai rifugiati alla quale hanno partecipato oltre 4.200 persone provenienti da 168 Paesi, tra queste numerose ONG, organizzazioni religiose e organizzazioni guidate da rifugiati e da donne.
Durante lo svolgimento del Forum, l’UNHCR, Agenzia ONU per i rifugiati, in base ai dati del Rapporto sugli indicatori del Patto Globale sui Rifugiati 2023, il quadro concordato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2018 che mira a dare un’equa risposta globale alla situazione dei rifugiati, ha messo in evidenza i progressi ottenuti in merito all’attenuazione della pressione sui Paesi ospitanti, l’incremento dei livelli di autosufficienza dei rifugiati, l’ampliamento dell’accesso alle soluzioni dei Paesi terzi e il potenziamento delle condizioni di vita nei Paesi d’origine.
Il quadro esaminato in occasione del Global Forum mette in luce una situazione emergenziale che riguarda una popolazione mondiale di rifugiati di 36,4 milioni di persone, su una popolazione totale di 114 milioni di sfollati. Sfortunatamente i bisogni delle persone costrette alla fuga continuano a superare le soluzioni proposte e le risorse finanziarie messe a disposizione, anche per quanto riguarda i ritorni volontari e i finanziamenti disponibili. Dal 2016 al 2022, infatti, per ogni rifugiato che ha trovato una soluzione duratura alla propria situazione, tramite il reinsediamento, il ritorno volontario nel paese d’origine o l’integrazione nel paese in cui ha ottenuto protezione, altre 5 persone in media si sono ritrovate nella condizione di fuggire dal proprio Paese.
Il Global Refugee Forum ha riscontrato anche alcuni segnali positivi: nei primi sei mesi del 2023, sono stati circa 404mila i rifugiati che hanno fatto ritorno nel paese d’origine, il doppio rispetto allo stesso periodo del 2022, 2,7 milioni di sfollati interni sono ritornati nelle proprie case, il 50% in più rispetto al 2022.
Il documento finale del Forum ha esaminato i progressi realizzati rispetto agli impegni assunti nell’ultimo Global Refugee Forum del 2019 e messo sul tavolo nuove soluzioni per colmare le carenze negli ambiti di istruzione, occupazione e inclusione.
Sono stati presi con il coinvolgimento di 133 Stati e oltre 550 attori non statali più di 1.600 nuovi impegni (Pledges) di sostegno finanziario, materiale, politico e di altro tipo, tra cui 43 promesse multipartner, gestite da governi e altri partner. Tra questi, gli impegni a:
– reinsediare 1 milione di rifugiati entro il 2030 e fornire percorsi alternativi verso Paesi terzi ad altri 3 milioni;
– fornire 1 milione di ore di servizi legali e di consulenza pro bono in quattro anni;
– offrire posti di lavoro e programmi di mobilità educativa a 200.000 rifugiati;
– sostenere più di 1 milione di rifugiati e le persone che li ospitano attraverso iniziative di inclusione economica e sociale.
Al Forum di Ginevra ha preso parte anche l’ufficio internazionale del Jesuit Refugee Service con una delegazione guidata dal direttore Michael Schöpf SJ, che insieme a tutti gli attori internazionali presenti, ha voluto dare voce e rappresentare tutti quei rifugiati che ogni giorno vengono accompagnati dal Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati.
Per l’occasione Papa Francesco ha inviato un messaggio ai partecipanti ribadendo che “Proteggere e salvare vite umane deve rimanere la nostra massima priorità. Oggi siamo sopraffatti da un’abbondanza di notizie e statistiche, e spesso dimentichiamo che dietro a quei numeri ci sono volti umani, ognuno con la propria storia e sofferenza. Ogni numero rappresenta un nostro fratello e sorella che ha bisogno di aiuto.“ E che inoltre “Ogni individuo merita un luogo che possa chiamare casa, un posto dove si viene compresi e inclusi, amati e accuditi, in quanto siamo tutti parte della stessa famiglia umana”.