Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Lontane dalla loro casa, dalla loro famiglia, le donne rifugiate sono particolarmente esposte e rischiano di subire violenza di genere.
Le rifugiate sono doppiamente vulnerabili perché donne e perché in fuga. Scappano da persecuzioni e violenze, da regimi dittatoriali patriarcali che le costringono a esistenze senza diritti e libertà.
Sono donne molto giovani che fuggono da matrimoni combinati con uomini che non hanno scelto e che non vogliono.
Donne che hanno lottato per un ideale di libertà in paesi in cui la parità di genere è un traguardo lontanissimo e persino letale.
Donne che hanno combattuto per studiare e affermarsi nelle loro professioni.
Donne che hanno dovuto mettere in salvo figli da guerre e violenze.
Donne che sono state bambine soldato, vittime di tratta e violenze, schiave.
Parole queste che collochiamo in un altrove geografico e culturale molto lontano e che invece riguardano tante rifugiate che incontriamo quotidianamente nelle nostre città, dove sognano di sentirsi finalmente al sicuro.
Sono donne che ogni giorno camminano verso pace, libertà, emancipazione, riscatto.
Dare voce alle donne rifugiate è fare spazio al punto di vista che manca sempre: il loro.
Ascoltare una donna rifugiata che racconta la propria storia di violenza e tortura è un’esperienza che tocca profondamente e frantuma certezze e convinzioni.
Le donne rifugiate raccontano con lunghi silenzi ed è molto di più quello che non dicono di quello che riescono a raccontare.
Ma in quel vuoto di parole si nasconde il dolore profondo e ingiusto di chi ha subito l’orrore e a quell’orrore è sopravvissuta.
Dal 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, e fino al 10 dicembre, Giornata mondiale dei Diritti Umani, il Centro Astalli vuole dare voce alle storie delle donne rifugiate, attraverso le parole che alcune di loro hanno deciso di condividere. Racconteremo sui nostri canali social le loro testimonianze, le loro esperienze, le loro fragilità ma soprattutto la loro forza.