Nota alla stampa
La Manna: morire bruciati in Italia, dopo essere scampati agli orrori della guerra
è un paradosso tragico e ingiustificabile.
Il Centro Astalli esprime profondo cordoglio per la morte dei due uomini avvenuta nel rogo dello scorso 27 gennaio, nel sottopassaggio di Corso Italia a Roma.
“Le circostanze inaudite in cui è avvenuta la tragedia siano per tutti un grido di disperazione di un Paese che si trova a fare i conti con un sistema di accoglienza con gravi problemi in termini di efficienza”, così si pronuncia sull’accaduto P. Giovanni La Manna (Presidente Centro Astalli).
“Sapere inoltre che nel rogo abbiano perso la vita persone in fuga da un paese in guerra e con alle spalle un viaggio molto rischioso è un paradosso tragico e ingiustificabile.
Ancora una volta – continua La Manna – chiediamo alle istituzioni, alle autorità competenti di assumersi la responsabilità della vita di tutti coloro si trovano in condizioni di degrado in Italia.
È necessario uscire da questa sorta di ‘inattivismo tollerante’ che ci porta a credere ogni giorno di più che delle situazioni inaccettabili debbano esser in qualche modo passivamente subite. Tutti sanno ma nulla cambia.
Nelle città italiane – conclude La Manna – insediamenti abusivi, edifici occupati, giacigli di fortuna sono bombe ad orologeria che aspettano solo di esplodere a scapito di chi non ha alternative di vivere in sicurezza.
Inserire nelle agende politiche un ripensamento del sistema di accoglienza nelle grandi città italiane è un tema non più procrastinabile. È un atto dovuto a quanti sono morti perché costretti a vivere in condizioni di degrado.
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