“L’odierno mare dei conflitti, il Mediterraneo, deve tornare a essere laboratorio di pace perché esprime un pensiero non uniforme e ideologico, ma vitale, aperto e conciliante: un pensiero comunitario”, queste le parole pronunciate da papa Francesco durante il suo discorso tenuto nel corso della sessione conclusiva dei “RENCONTRES MÉDITERRANÉENNES”, la grande assemblea di giovani e vescovi provenienti da tutto il bacino del Mediterraneo, che si è svolta a Marsiglia dal 14 al 24 settembre.
Il Pontefice ha sottolineato l’importanza di tenere aperti i vari porti mediterranei che nel tempo “si sono chiusi” e ha aggiunto “il fenomeno migratorio non è tanto un’urgenza momentanea, sempre buona per far divampare propagande allarmiste, ma un dato di fatto dei nostri tempi, un processo che va governato con sapiente lungimiranza e con una responsabilità europea”.
Il Papa ha anche lanciato un appello all’Europa affinché possa “assicurare, secondo le possibilità di ciascuno, un ampio numero di ingressi legali e regolari, sostenibili grazie a un’accoglienza equa” e ai rappresentanti delle religioni nel mondo, chiamati a essere esempio prendendosi cura dei più deboli, (…) superando la paralisi della paura e il disinteresse che condanna a morte”.
Conclude infine: “due parole sono risuonate alimentando le paure della gente: ‘invasione’ ed ’emergenza’. Ma chi rischia la vita in mare non invade, cerca accoglienza, cerca vita“.