Ripamonti: Priorità da rivedere. La mobilità umana non è una colpa
Il Centro Astalli esprime profonda preoccupazione per le misure approvate dal Consiglio dei Ministri sulla gestione dei flussi migratori e l’accoglienza dei migranti. Si tratta di misure che vanno nella direzione di una già nota mancanza di volontà di gestire il fenomeno migratorio in maniera strutturata e lungimirante.
Preoccupa, in particolare, la decisione di sottoporre le persone migranti e richiedenti asilo provenienti da Paesi cosiddetti sicuri a detenzione nei centri per i rimpatri.
P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, sottolinea: “Con la decisione di istituire nuovi centri per il rimpatrio ancora una volta si concentra l’attenzione sul rimandare indietro le persone. Questa è una non soluzione, ma solo una punizione nei confronti di uomini, donne e bambini che adduce di fatto la mobilità umana a colpa, soprattutto in assenza di percorsi sicuri alternativi.
Grave la decisione di istituire la richiesta di una garanzia finanziaria fissando un prezzo per la libertà. Si tratta dello stesso principio che vige nei centri di detenzione in Libia. A persone che arrivano in Italia e in Europa in fuga dagli orrori della violenza, scegliamo di non assicurare protezione bensì di negare loro dei diritti.”
Si continua a considerare come unica emergenza da affrontare la pressione migratoria da Africa e Medio Oriente verso l’Europa, senza considerare altrettanto urgente salvare vite umane e garantire dignità e sicurezza a chi è in cerca di protezione.
Il Centro Astalli ribadisce che è necessario introdurre vie legali per i migranti che cercano di arrivare in Europa come: quote d’ingresso regolari, visti per lavoro e ricerca di occupazione, canali umanitari per quanti fuggono dalla guerra.