1.513.125 donne, uomini e bambini sono le persone accompagnate nel corso del 2022 dal Jesuit Refugee Service nei 58 paesi nel mondo in cui opera.
Tra questi i 56.000 sfollati ucraini assistiti nel paese e in tutta Europa attraverso attività di sostegno psicosociale, accoglienza, educazione e integrazione. Nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo, dove si sono acuite le violenze tra gruppi armati che hanno esacerbato una situazione decennale di estrema instabilità e mancanza di risorse, il JRS ha continuato a garantire un migliore accesso all’istruzione per i bambini sfollati vulnerabili – compresi quelli con disabilità. In Siria e Colombia, due dei paesi con il maggior numero di sfollati interni al mondo mondo, ai migranti sono stati garantiti istruzione, beni di prima necessità, sostegno psicosociale. In Ciad, il Sud Sudan e il Kenya, dove intere generazioni sono nate e cresciute nei campi profughi – sono stati portati avanti progetti di educazione e sostentamento per gli sfollati, in modo che abbiano maggiori possibilità di raggiungere l’autosufficienza, sostenere le loro famiglie e promuovere la coesione sociale.
È quanto emerge dal Rapporto annuale 2022 “Hope makes the difference” presentato dal JRS International Office e che restituisce il lavoro di accompagnamento al fianco dei rifugiati e degli sfollati. “La speranza non è l’ottimismo che tutto andrà meglio domani. Piuttosto, la speranza è l’orizzonte di coloro che serviamo e il fondamento del lavoro che svolgiamo”, afferma padre Thomas H. Smolich SJ, direttore internazionale del JRS.