Presentato a Roma il rapporto dell’Osservatorio Romano sulle Migrazioni realizzato dal Centro Studi e Ricerche IDOS in collaborazione con l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”. Al centro della 14esima edizione alcuni temi di particolare rilevanza: i minori stranieri non accompagnati, la salute, le donne.
Dal dossier emerge un quadro completo del fenomeno migratoria che è strutturale, e non emergenziale.
Al 1° gennaio 2018, con 679.474 residenti stranieri, il Lazio è la seconda regione in Italia, dopo la Lombardia, per numero diimmigrati. In termini relativi, il rapporto è di 11 gli stranieri ogni 100 residenti.
Le prime cinque collettività sono quella romena (232.856 residenti, 34,3% del totale), filippina (46.282, 6,8%), bangladese(36.558, 5,4%), indiana (29.162, 4,3%) e cinese (24.806,3,7%).
Roma è l’Area metropolitana conpiù immigrati in Italia (10,8% del totale nazionale), per il 69,2% concentrati nella Capitale (385.559). L’incidenza degli stranieri sulla popolazione è del 12,8 per cento.
L’accoglienza della Regione Lazio per richiedenti e titolari diasilo e minori stranieri non accompagnati (msna) si componedell’ex sistema Sprar (ora Siproimi) e dei Centri d’accoglienzastraordinaria (Cas). È invece venuto meno l’unico Centro diprima accoglienza, quello di Castelnuovo di Porto, che assicura-va una capienza di 600 posti. I migranti accolti al 31.12.2018 sono 12.249, il 9% del totalein Italia, e i posti Sprar sono 4.467, il 12% della rete nazionale. Il71,4% ha sede nella Città Metropolitana di Roma (3.190 posti),il 9,5% in provincia di Latina (423) e il 10% in comuni conmeno di 5.000 abitanti.
Sono 761 i minori stranieri non accompagnati (MSNA) presenti nel Lazio nel 2018, in calo rispettoai 1.000 del 2017 (in Italia si è passati da oltre 18.000 a pocopiù di 10.700). Per il 92,4% sono maschi e quasi 9 su 10 di 16-17 anni. Prevalgono gli egiziani (39,2%), cui seguono albanesi,eritrei, tunisini, bangladesi e nigeriani. La Legge n. 47/2017 (Legge Zampa) ne ha incrementato laprotezione, disciplinandone l’iscrizione al Servizio sanitarionazionale, il diritto alla scolarizzazione e istituendo il tutorevolontario: un “genitore sociale” nominato dal Tribunale per iminorenni all’interno di una lista di cittadini volontari, scelti eformati dal difensore civico regionale per i bambini. La Regione Lazio è quella che ha visto il maggior numero di tutori volontari.
A conclusione del rapporto si legge: “Dopo anni di studio delle migrazioni a Roma e in Italia e ad oltre 20 anni dalla prima legge organica sull’immigrazione (D.Lgs. 286/1998), non è più plausibile ignorare la dimensione strutturale del fenomeno, se non consapevolmente e per fini strumentali. Viene allora da pensare che per spezzare la sistematica messa in atto di politiche e sentimenti di repulsione e ostilità verso i migranti, occorre un’azione sociale più forte edecisa, fatta di impegno personale e collettivo, in grado diopporre alla politica dell’abbandono e dell’odio una politica che rimetta al centro la dignità di tutte le persone, senza distinguo tra chi venga prima, chi dopo e chi abiti qui dalla nascita”.