“Celebrare, ricordare, comunicare”: questi i tre verbi che hanno fatto da filo conduttore dell’evento “Lampedusa ottoluglioduemilatredici” organizzato dall’Arcidiocesi di Agrigento, durante il quale, attraverso diversi appuntamenti, si è celebrato il primo anniversario della visita di Papa Francesco all’Isola.
Lunedì 7 luglio, dopo il pellegrinaggio al cimitero di Lampedusa e l’omaggio alle tombe dei migranti, il giornalista Fabio Zavattaro ha coordinato un incontro serale a cui hanno preso parte, tra gli altri, il vescovo di Agrigento Francesco Montenegro, il sindaco di Lampedusa Giusy Nicolini, don Mimmo Zambito parroco di Lampedusa, P. Giovanni La Manna, presidente del Centro Astalli.
P. La Manna commenta così il primo anniversario della visita: “In questi mesi abbiamo sperato che la presenza a Lampedusa del Pontefice rappresentasse una svolta decisiva nelle politiche di accoglienza dei migranti e fosse motore per un ripensamento immediato della gestione degli arrivi nell’Unione europea. Un anno fa Papa Francesco ci mise in guardia dal pericolo della globalizzazione dell’indifferenza. Oggi ci ritroviamo a Lampedusa a chiedere ancora una volta che si mettano in atto misure coraggiose, per risolvere l’eccessiva pericolosità dei viaggi con cui i rifugiati cercano di raggiungere l’Europa e si creino canali umanitari sicuri perché il diritto d’asilo sia garantito a uomini e donne in fuga da guerre e persecuzioni.
L’Italia può fare di più e meglio sia nell’accogliere che nell’integrare. Proprio in queste ore assistiamo all’arrivo di centinaia di migranti al molo di Lampedusa: sono uomini e donne molto giovani in fuga da guerre e persecuzioni. Basterebbe fermarsi a guardarli negli occhi per capire quanto è grande la nostra responsabilità. Non c’è un minuto da perdere. Si intervenga per evitare altre morti nel Mediterraneo”.