Decreto immigrazione, Ero straniero: bene semplificazioni su flussi, ma non bastano, serve intervento organico senza inutili forzature securitarie.
La campagna Ero straniero, alla quale aderisce anche il Centro Astalli, ha inviato, oggi, alla prima Commissione del Senato, un contributo all’esame del decreto legge in materia di flussi migratori, decreto che affronta temi centrali nell’attività della campagna, a partire dalla gestione degli ingressi per lavoro attraverso il decreto flussi, cui sono dedicati i primi tre articoli.
Come si legge nel documento, a fronte di alcune misure positive che semplificano la procedura di ingresso e puntano, in particolare, a consentire l’impiego in termini rapidi di lavoratori e lavoratrici, rimangono una serie di criticità relative al sistema stesso di ingresso vigente, che rimane sostanzialmente inalterato. La campagna propone, ad ogni modo, alcuni interventi emendativi per offrire maggiori garanzie a lavoratori e lavoratrici e ai loro datori di lavoro.
Nel documento si sottolinea come, se da un lato ben vengano l’aumento di quote, la possibilità di procedere con più decreti flussi nel corso dello stesso anno e del triennio di programmazione come intervento tampone per venire incontro alle richieste dei settori produttivi, dall’altro restano molti nodi da sciogliere. Cosa farà, infatti, il governo quando al click day del 27 marzo le domande presentate andranno ben oltre le 82.000 quote previste, come si può facilmente prevedere visto che nel 2022 furono 200.000 le domande presentate ma circa 70.000 le quote disponibili? È vero che il decreto in esame prevede all’art. 2 che le domande eccedenti le quote possano essere esaminate nell’ambito degli ulteriori decreti adottati. Ma quanto tempo sarà necessario ad aprire una nuova finestra? Che risposta diamo agli imprenditori del settore turistico che hanno bisogno da qui a un mese di partire con la stagione estiva e avere personale a sufficienza? O alle decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici che hanno a disposizione esclusivamente questa lotteria per poter entrare senza rischi in Italia e lavorare?
Perché non consentire che sia possibile in un qualsiasi momento per un datore di lavoro far arrivare in Italia e assumere un lavoratore o una lavoratrice fornendo tutte le garanzie previste dalla normativa, ma senza la necessità di fissare un click day? Evitando così, tra l’altro, di sovraccaricare gli uffici coinvolti nella procedura, prefetture e questure in particolare, che sono già perennemente in affanno e sotto organico. L’introduzione di un ulteriore canale, come quello dello sponsor – come previsto nella nostra proposta di legge – con la possibilità di supportare l’ingresso di una persona straniera al fine di consentire l’inserimento nel mercato del lavoro, a fronte di una serie di garanzie iniziali, renderebbe realmente flessibile l’ingresso nel nostro Paese.
C’è poi un’altra questione da affrontare. Con la normativa in vigore, non c’è modo di assumere e mettere in regola una persona che si trova già in Italia ma è senza documenti, perchè magari è entrata con un visto turistico e poi è rimasta nel nostro paese, ha trovato un lavoro ma non ha modo di accedere a un permesso di soggiorno. Questa è la storia di decine di migliaia di persone impiegate nel settore domestico o di cura in particolare, che negli ultimi vent’anni sono state regolarizzate attraverso diverse sanatorie, l’ultima nel 2020. Per queste persone, il decreto flussi è l’unico modo per poter regolarizzare la loro posizione anche a costo di uscire e rientrare dall’Italia. Non è un caso che nel giugno 2022, tra gli interventi di semplificazione del governo Draghi sul decreto flussi, di cui molti ripresi anche nel decreto-legge, sia stata prevista la possibilità di far accedere alla procedura di assunzione anche persone già presenti sul territorio e da subito disponibili a lavorare. Crediamo che questa possibilità debba essere sempre assicurata nell’ambito dei decreti flussi e che, quindi, vada inserita nel decreto in conversione. Ferma restando la nostra proposta di introdurre un meccanismo di regolarizzazione su base individuale sempre accessibile a fronte della disponibilità di un lavoro, che consentirebbe di affrontare a monte il problema dell’irregolarità.
Crediamo, inoltre, sia fondamentale intervenire per assicurare maggiori tutele a lavoratori e lavoratrici oggetto della procedura di ingresso. Abbiamo osservato che in passato, in molti casi, successivamente all’arrivo in italia, l’assunzione non è andata a buon fine, lasciando queste persone nell’incertezza più assoluta e senza un titolo di soggiorno. Per tale motivo, è necessario prevedere che nei casi di mancata finalizzazione dell’assunzione per cause imputabili esclusivamente al datore di lavoro, al cittadino straniero è rilasciato un permesso di soggiorno per attesa occupazione, che dia la possibilità di trovare un altro impiego e convertirlo in permesso per lavoro.
Ero straniero esprime, poi, fortissima preoccupazione su altri interventi previsti dal decreto, a cominciare dai limiti posti all’accesso all’istituto della protezione speciale. Le circa 10.000 persone cui è stata riconosciuta questa forma, sono uscite dalla precarietà, sono regolari e possono lavorare nella legalità con tutte le tutele. Perché eliminare questo strumento possibile di inclusione relegando migliaia di persone nuovamente a una condizione di irregolarità e, di conseguenza, di sfruttamento e ricattabilità, in totale contraddizione con le esigenze di sicurezza sottolineate dal governo?
Per concludere, la campagna sottolinea come gli interventi previsti nel decreto del governo siano disorganici, senza regia, senza una visione d’insieme sul tema migratorio: inasprire le pene, parlare indistintamente di trafficanti e scafisti, aumentare i centri per il rimpatrio, limitare il riconoscimento della protezione speciale, rimodulare i decreti flussi senza cambiarne il sistema sono misure inadeguate per gestire un fenomeno complesso che richiede una riforma profonda e strutturale che metta al centro la vita e la dignità delle persone.