Il Relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani dei migranti, François Crépeau, nell’ambito della sua missione in Italia, ha incontrato lo scorso 4 ottobre i principali enti di tutela.
In un incontro a porte chiuse ha ascoltato quali sono, secondo le ong presenti, i nodi problematici da sciogliere per garantire il pieno rispetto dei diritti dei migranti e dei rifugiati.
Il Centro Astalli presente all’incontro ha espresso seria preoccupazione per i rifugiati che dalla Libia non riescono ad arrivare in Europa; per il numero, ancora troppo alto, dei morti in viaggio verso l’Europa e per il drastico calo di domande d’asilo in Italia che si registra rispetto al 2011.
“L’immigrazione irregolare non è un crimine, non è un reato contro le persone, non è un reato contro il patrimonio, non è un reato contro la sicurezza pubblica, è solo l’attraversamento di una frontiera”. Con queste parole lo Special Rapporteur, ricorda qual è il presupposto da cui bisogna partire nell’analizzare le politiche migratorie e verificare che vengano tutelati i diritti fondamentali dei migranti.
Per far questo Crépeau elenca una serie di raccomandazioni:
– Assicurare che la cooperazione con la Libia in tema d’immigrazione non comporti il rimpatrio involontario di nessun migrante sulle coste libiche, sia da parte delle autorità italiane che da parte delle autorità libiche, con il supporto tecnico o logistico dei colleghi italiani.
– Vietare le pratiche dei respingimenti “informali” verso la Grecia.
– Garantire il pieno accesso delle organizzazioni internazionali, tra cui l’UNHCR e l’OIM, delle organizzazioni della società civile e degli avvocati in tutte le aree in cui i migranti sono presenti o detenuti nel processo d’identificazione, al fine di poter garantire una protezione giuridica agli stessi.
– Sviluppare un nuovo quadro normativo a livello nazionale, nel rispetto dei diritti umani, per l’organizzazione e la gestione di tutti i centri di detenzione per migranti.
– Sviluppare una normativa che preveda un sistema d’appello più semplice e più equo avverso l’espulsione e la detenzione che preveda il rispetto dei diritti dell’uomo in ogni fase procedurale.
– Sviluppare un sistema di identificazione rapida, nella quale venga previsto l’avvio delle procedure d’identificazione dei detenuti stranieri durante la permanenza in carcere, al fine di limitare più possibile la durata della detenzione dei migranti a scopo di identificazione, fino ad un massimo di 6 mesi.