A 7 anni dalla sua visita a Lampedusa, primo viaggio apostolico del suo pontificato, Papa Francesco ha celebrato una Messa nella Cappella di Santa Marta svoltasi, a causa della situazione sanitaria, alla sola presenza del personale della sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Lo scorso anno infatti le celebrazioni si tennero nella Basilica di San Pietro e videro la partecipazione di circa 250 persone tra migranti, rifugiati e quanti si impegnano per salvare le loro vite e accoglierli.
Nella sua omelia, il pontefice ha fatto riferimento alla situazione in cui vivono molti migranti: ”Penso alla Libia, ai campi di detenzione, agli abusi e alle violenze di cui sono vittime i migranti, ai viaggi della speranza, ai salvataggi e ai respingimenti. Tutto quello che avete fatto… l’avete fatto a me” – un monito, quest’ultimo, di bruciante attualità secondo il Pontefice. E ricordando le storie di alcuni migranti incontrate sull’isola, il Papa ha commentato: “Voi non immaginate l’inferno che si vive lì, in quell’area di detenzione. Questa gente soltanto veniva con una speranza: incrociare il mare”.
Al termine dell’omelia, l’invito a “scoprire il volto del suo Figlio in tutti i fratelli e le sorelle costretti a fuggire dalla loro terra per tante ingiustizie da cui è ancora afflitto il nostro mondo”.