Sei bambini sono morti in due naufragi di barconi carichi di migranti avvenuti all’alba di oggi al largo delle coste turche.
Due fratellini siriani di 1 e 4 anni, Diven Halil Hussein e Beren Halil Hussein, sono annegati dopo che è affondato un barcone al largo di Bodrum con altre 23 persone, tutte tratte in salvo. Altri 4 corpi di bimbi sono stati trovati dopo un naufragio di un altro barcone con a bordo uomini e donne siriani e afgani al largo di Ayvacik, in cui sono stati salvati altri 51 migranti.
P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, esprime profondo cordoglio per le vittime dell’ennesima tragedia del mare e ritorna a ribadire: “in questo momento di allarme per il terrorismo corriamo il serio pericolo di mettere in ombra l’ecatombe di innocenti che continua a consumarsi nel Mediterraneo”.
Il Centro Astalli torna a chiedere all’Unione europea, ai singoli Stati e alle autorità competenti azioni concrete subito:
– Attivare canali umanitari che permettano ai rifugiati di mettersi in salvo in Europa. È necessaria una politica che avvii processi di pace a lungo termine. Il rafforzamento delle frontiere, l’abolizione di Schengen, il respingimento dei migranti non sono la via per sconfiggere il terrorismo. Non si risponde a un fenomeno complesso come la migrazione continuando a posare lo sguardo solo sui proprio confini.
– La soluzione non può essere chiudere le frontiere. L’Europa deve consentire a tutti i rifugiati di accedere alla procedura per il riconoscimento della protezione internazionale e di vivere nel territorio dell’Unione in dignità e sicurezza. Nel perseguire questo obiettivo, non sono ammissibili deroghe in merito al rispetto dei diritti umani e della dignità di tutti i migranti.