L’Organizzazione mondiale della sanità e l’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie della povertà hanno presentato il primo “Rapporto sulla salute dei rifugiati e dei migranti nella Regione Europea dell’Oms”.
Il quadro che emerge rivela che per i migranti, con il passare del tempo, le malattie non trasmissibili e le problematiche legate alla salute mentale e a quella materno-infantile tendono ad acuirsi specie laddove il sistema di integrazione del Paese ospitante risulti carente.
Cattive condizioni socioeconomiche e isolamento sociale andrebbero infatti a favorire l’insorgere o l’acuirsi di stati depressivi, in persone già provate da un’esperienza migratoria traumatizzante.
Gli uomini migranti sono più esposti agli incidenti sul lavoro a causa delle condizioni di impiego e dello scarso accesso alla protezione sociale e sanitaria.
Anche i risultati sulla salute materno-infantile mostrano esiti peggiori rispetto a quelli dei cittadini correlati alla gravidanza tra le donne.
Il Rapporto sottolinea quindi la necessità di abbattere le barriere d’accesso ai servizi sanitari e l’importanza di mettere in atto politiche mirate e culturalmente orientate a per garantire una sempre maggiore equità nella salute ed efficacia delle politiche di sanità pubblica.