Il Centro Astalli esprime profondo cordoglio per le vittime del naufragio di ieri a largo delle coste libiche. Si teme un ecatombe. Secondo i superstiti arrivati a Lampedusa, ascoltati dall’UNHCR, le vittime potrebbero essere almeno 239.
Il 2016 si conferma l’anno in cui si registra il maggior numero di morti del Mediterraneo da sempre.
Le operazioni di soccorso in mare non possono essere l’unica via di accesso prevista dalle politiche sull’immigrazione in Europa.
Il Centro Astalli chiede a istituzioni nazionali e sovranazionali di garantire vie legali per arrivare a chiedere asilo in sicurezza evitando così la morte di migliaia di persone e contrastando seriamente il monopolio dei trafficanti.
Respingimenti e muri non fermano chi fugge da guerre e persecuzioni. L’unico modo per evitare l’esodo di migranti è lavorare seriamente per contrastare le cause dei flussi migratori a partire dai conflitti armati e dalle violazioni sistematiche dei diritti umani che sono prassi consolidata in molti Paesi di origine.
P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli sottolinea: “L’emergenza non è negli arrivi dei migranti in Europa. Chi lo afferma è mendace e demagogico. I numeri degli ultimi tre anni sono pressoché invariati.
L’unica vera emergenza è il numero impressionante di vite spezzate nel tentativo di giungere in Europa. Uomini, donne e bambini lasciati morire da un continente indifferente e sempre più xenofobo”.