Il Centro Astalli esprime profondo cordoglio per i 200 migranti morti nel Mediterraneo nel tentativo di fuggire dagli orrori della Libia e ottenere protezione in Europa.
Vicini al dolore delle famiglie delle vittime, vogliamo ribadire che lasciar morire in mare uomini, donne e bambini, nell’indifferenza di governi, istituzioni e società civile è inaccettabile male del nostro tempo.
A pochi giorni dalla presentazione del patto sulle migrazioni della Commissione Europea arriva l’ennesima tragica prova che chiudere l’Europa attraverso accordi con paesi in guerra, respingere i migranti e concentrarsi su come trincerarsi dentro le proprie frontiere acuisce problemi, aggrava crisi umanitarie e alimenta il traffico e la morte di esseri umani.
P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, ricorda che: “Oggi la Chiesa cattolica celebra la giornata del migrante e del rifugiato 2020, Come Gesù Cristo, costretti a fuggire. Siamo chiamati a considerare l’altro un fratello, da accogliere e proteggere. I migranti non sono numeri, sono persone con storie da ascoltare e conoscere. Lasciarli morire in mare senza soccorsi è abominio da fermare subito.
Per questo il Centro Astalli chiede
– l’apertura di canali umanitari per chi scappa da guerre e persecuzioni e l’attivazione di quote per l’ingresso di migranti lavoratori. Solo queste misure sono un reale deterrente al traffico di esseri umani;
– l’attivazione immediata di operazioni europee di ricerca e soccorso in mare volte al salvataggio di migranti che rischiano di morire.
– l’impegno di governi nazionali e sovranazionali a gestire i flussi migratori nel rispetto dei diritti umani, della dignità e della vita di ogni essere umano che chiede protezione. Le convenzioni internazionali impongono ciò come presupposto della sussistenza stessa dell’Unione europea e della tenuta democratica degli Stati membri.